Uno spettacolo centrato sugli ultimi articoli del grande intellettuale italiano
Dal 5 al 15 marzo 2015 è andato in scena al teatro Vascello di Roma “Siamo tutti in pericolo”, un omaggio al poeta, scrittore, regista cinematografico e sceneggiatore Pierpaolo Pasolini. Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) è stato un poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo ed editorialista italiano. Attento osservatore della trasformazione della società a lui contemporanea tanto da essere quasi un visionario per la capacità di analisi, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi sulle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi italiana e un fortissimo stigma a causa della sua omosessualità. Sono passati 40 anni dal suo brutale assassinio all’idroscalo di Ostia Lido. Lo spettacolo andato in scena al Vascello, ha ruotato attorno agli ultimi articoli che Pierpaolo Pasolini scrisse per “Il Mondo”, per “Il Corriere della sera” e in particolare l’ultima intervista che il poeta rilasciò al giornalista Furio Colombo prima della sua morte.
Una scenografia essenziale
Pensiero, le parole che scorrono dietro la parete e poesia si fondono armonicamente nelle trame della regia di questo spettacolo con una scenografia essenziale per restituire centralità alla figura del poeta perché è la parola stessa che si fa carne e porta avanti lo spettacolo, senza necessità ricorrere ad effetti speciali: una macchina da scrivere su un tavolo, un letto e il pavimento coperto da giornali sono gli unici elementi funzionali allo sviluppo del racconto. Gli oggetti scenici sono simbolici, e prendono vita con l’interpretazione degli attori, che con la voce, la gestualità, e gli aspetti meno visibili, regalano allo spettatore una rilettura di Pasolini, autentica e approfondita. Il regista Daniele Salvo restituisce una visione aderente alla realtà di oggi e approfondisce aspetti psicologici che vengono trattati con estrema delicatezza e senza enfasi: il letto, è il luogo in cui prendono corpo le paure, i desideri repressi, e la passione di Pierpaolo Pasolini. Il poeta è rappresentato in una duplice veste: l’ intellettuale che ancora crede nella possibilità di un cambiamento e a suo modo combatte l’inevitabile declino, e il suo alterego, (interpretato da Michele Costabile) che incarna in modo naturale ed autentico, le pulsioni e i desideri del poeta. Due visioni di Pasolini legate indissolubilmente da un nesso: la sensazione di precarietà e di catastrofe. Protagonista della scena è la sensazione di pericolo imminente, da qui il titolo: nei sogni tormentati del poeta, il pericolo è rappresentato con la repressione e la censura (fascista); nelle sue parole , il conflitto nasce dall’idea di essere sempre lontani dal percepire la realtà, al di là del fatto di cronaca. L’ultima intervista diventa così una vera e propria confessione. “Siamo tutti in pericolo”; Regia: Daniele Salvo; drammaturgia: Daniele Salvo; costumi: Erminia Bassi; scene: Erminia Bassi; interpreti: Gianluigi Fogacci, Raffaele Latagliata e Michele Costabile.