Uno studio analizza la destinazione dei fondi.
Successo nelle start up europee: nella Ue i finanziamenti sono in crescita dell’86% nel primo semestre 2015. Fondi per 6,9 miliardi di dollari nei primi sei mesi dell’anno. Secondo uno studio realizzato da Clipperton Finance e Digimind, in Europa si sono raccolti fondi per 6,9 miliardi di dollari nei primi sei mesi dell’anno e questa cifra rappresenta una crescita dell’86% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dopo un aumento del 37% nel 2014.
La particolarità delle start up europee
La novità è che in Europa gli investimenti si concentrano su pochi competitor chiamati in gergo ‘Unicorni’, startup tecnologiche che riescono a raggiungere un valore superiore a 1 miliardo di dollari. Da citare, si trova la tedesca Delivery Hero, specializzata nella consegna di pasti a domicilio, che nel primo semestre ha raccolto 568 milioni di dollari nel primo semestre; 526 milioni di dollari per il servizio svedese di musica in streaming Spotify; 150 milioni di dollari per la britannica Funding Circle che eroga prestiti per privati.
“Si assiste a un fenomeno di sostituzione – spiega alla stampa un analista senior di Clipperton Finance – Le società a maggiore crescita continuano a farsi finanziare da investitori privati piuttosto che sbarcare in Borsa, tanto più che le recenti Ipo sono state tiepide. Senza tralasciare l’arrivo in Europa dei grandi fondi americani, russi o dal Medio Oriente e l’inizio di una vera e propria corporate venture’”.
Fenomeno esteso a tutta Europa
Il fenomeno si estende a tutta l’Europa. Il Regno Unito continua ad attirare investitori, con 1,8 miliardi di dollari raccolti dalle startup nel primo semestre (+80% in un anno) ma anche Germania e Francia seguono lo stesso ritmo. La prima grazie all’attivismo di Rocket Internet, il gruppo che ha beneficiato dell’Ipo lo scorso anno per inondare di cash le proprie società Delivery Hero, HelloFresh e Foodpanda, e che pesa per il 70% delle operazioni oltre Reno. La Francia concentra la maggior raccolta di fondi dall’inizio dell’anno con 159 operazioni precedendo il Regno Unito. E in Italia? Il Rapporto sulle start up innovative registra che, a due anni dall’entrata in vigore del decreto Passera, quelle registrate nelle camere di commercio sono 3397 e sono cresciute a un tasso di oltre un centinaio al mese. Nel 57,9% dei casi però si registrano ancora bilanci in perdita. Il capitale medio è di 48.000 euro. Solo in nove hanno un capitale sociale superiore al milione di euro (tutte concentrate tra Milano e Bologna). A fine dicembre 2014 le startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese erano 3.179, in aumento di 549 unità rispetto alla fine di settembre (+20,9%). Impiegavano oltre 15.000 lavoratori (12.556 soci e 2.607 dipendenti), 2.000 unità in più rispetto al trimestre precedente.