Il volontariato in Italia e nel mondo, secondo l’ Onu
“Ognuno di noi deve dare il proprio contributo per costruire uno sviluppo sostenibile” “The World is changing. Are you? Volunteer”. Questo è stato il tema della giornata internazionale del 2015 con cui le Nazioni Unite celebrano i lavoro dei volontari e rilanciano sul loro ruolo sempre più attivo nella società. Con questo slogan si è celebrata la Giornata Internazionale del Volontariato (IVD) dell’Onu. Un’occasione unica per i volontari e le organizzazioni per celebrare i loro sforzi, per condividere i loro valori, e promuovere il loro lavoro nelle comunità, le organizzazioni non governative (ONG), agenzie delle Nazioni Unite, autorità governative e settore privato. Oltre a mobilitare migliaia di volontari ogni anno, il programma Volontari delle Nazioni Unite (UNV) contribuisce alla pace e allo sviluppo, promuovendo per il riconoscimento dei volontari e lavorando con i partner per integrare il volontariato in programmazione dello sviluppo. Attraverso il servizio di volontariato in linea, i volontari possono intervenire per lo sviluppo umano sostenibile, sostenendo le attività delle organizzazioni di sviluppo su Internet. Ogni giorno migliaia di persone fanno volontariato, on line o on-site, contribuendo alla pace e allo sviluppo, lavorando per raggiungere gli OSM e coinvolgere le persone nell’agenda dello sviluppo sostenibile post-2015. “Il volontariato promuove creatività, trae forza dalle nostre passioni e ci collega a coloro che ci hanno più bisogno. Il volontariato è un fenomeno globale che trascende i confini, le religioni e differenze culturali. I volontari incarnano i valori fondamentali di impegno, inclusione, l’impegno civico e senso di solidarietà.”, ha detto in un messaggio il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Nell’Agenda Onu 2030 che contiene gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile “riconosce che i mezzi tradizionali di attuazione devono essere integrati da meccanismi di partecipazione che facilitano l’impegno delle persone, e in modo esplicito nominano gruppi di volontariato come attori a pieno titolo. I Gruppi di volontariato possono essere mediatori ed offrire spazi per l’impegno e il collegamento di iniziative istituzionali con l’azione di volontariato presso la comunità. Attraverso l’impegno delle persone e l’azione della comunità, il volontariato promuove la proprietà locale per soluzioni di sviluppo, costruisce la resilienza, e rafforza la formazione”.
La situazione in Italia secondo l’Istat
L’indagine Istat sulle “Attività gratuite a beneficio di altri”, cioè sul volontariato risale al 2013. L’indagine è stata effettuata nsu un campione di circa 19.000 famiglie: fornisce per la prima volta informazioni sul lavoro volontario armonizzate agli standard internazionali, comparabili quindi con gli altri paesi, sul numero e la tipologia di cittadini che offrono gratuitamente e volontariamente il loro tempo agli altri o a beneficio della comunità. Sono 6,63 milioni gli italiani che hanno almeno 14 anni e hanno svolto nel 2013 un lavoro volontario, definito come “attività prestata gratuitamente e senza alcun obbligo”, per almeno una volta al mese. La maggior parte di loro – oltre 4 milioni – lo ha fatto all’interno di organizzazioni (associazioni, comitati, movimenti, gruppi informali), i restanti direttamente a favore di altre persone, della comunità o dell’ambiente. Il tasso di volontariato è pari al 12,6 per cento della popolazione: un italiano su 8. Era il 6,9 per cento nel 1993, e il 10 per cento nel 2011.
21,8 per cento. Sono 126 milioni le ore dedicate dagli italiani al volontariato in quattro settimane. Considerando una settimana lavorativa di 40 ore, l’ammontare del lavoro volontario si può considerare equivalente a circa 787mila persone occupate a tempo pieno (a maggio 2014, sempre secondo ISTAT, i disoccupati in Italia erano 3,2 milioni e gli occupati 22,4). L’impegno medio mensile è 19 ore, con punte di 25,6 e 24,9 rispettivamente in Friuli Venezia Giulia e Piemonte, fino a scendere alle 13,8 ore della Campania e 13,9 della Sicilia. Non ci sono differenze significative tra uomini e donne, mentre le ore dedicate aumentano con l’età dei volontari. Tra chi non fa volontariato da solo, oltre 4 persone su 10 svolgono la propria attività attraverso organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e ONLUS. Il 24,3 per cento invece presso organizzazioni religiose, il 15,8 per cento presso associazioni culturali e sportive e il 9,2 per cento in comitati, movimenti e gruppi informali. Esiste, anche se raro, lo svolgimento dell’attività volontaria presso partiti e sindacati (3,2 per cento).