Pubblicato uno studio sul fenomeno del barbonismo domestico nell’area metropolitana di Roma
E’ stato pubblicato a Roma un rapporto che approfondisce l’esperienza quinquennale maturata dalla Cooperativa Sociale Ambiente e Lavoro Onlus nell’ambito del progetto “Barbonismo domestico e anziani soli” sul fenomeno delle nuove povertà urbane. La ricerca “Uno studio sul Barbonismo domestico nell’area metropolitana di Roma” a cura di Luca di Censi, analizza per la prima volta un fenomeno di povertà sociale sommerso di cui si parla ancora poco e che nasce attraverso condizioni di difficoltà impreviste. Il cosiddetto barbonismo domestico, negli ultimi anni, è stato finalmente affrontato dai media soprattutto quando alcune di queste situazioni sono esplose e sono diventate fatti di cronaca per la loro gravità e pericolosità sociale, sia per la persona o il nucleo interessati, che per il vicinato, ma anche per la criticità dei casi descritti. Ma come nasce, oltre che dalla povertà questo fenomeno? Il disturbo compulsivo da accumulo è stato il tema centrale di trasmissioni televisive che hanno portato all’attenzione del grande pubblico situazioni dove è stata messa in evidenzia l’incapacità di liberarsi di ciò che non è necessario e l’accumulo di oggetti e materiali fino a rendere le proprie abitazioni non accessibili o funzionali. Un progetto finanziato dal Dipartimento delle Politiche Sociali di Roma Capitale ha permesso di seguire e monitorare il fenomeno; per più di quattro anni, la Cooperativa ha monitorato oltre 300 casi di fragilità sociale estrema attivando una Rete con i servizi sociali e psichiatrici, ai quali si sono aggiunti altri 60 casi frutto del progetto finanziato dalla Regione Lazio “Azioni di contrasto alle fragilità sociali e al barbonismo domestico”. La raccolta dei dati ha compreso, oltre a quelli del progetto comunale, anche le 660 segnalazioni pervenute alla Sala Operativa Sociale dal 2002 al 2014 e relative al fenomeno del barbonismo domestico.
I dati della ricerca
I casi coinvolti sono equamente divisi tra uomini e donne. Il livello di istruzione degli utenti è medio alto, con un reddito e una casa di proprietà. Gli indicatori dei casi trattati sono legati alla solitudine e all’isolamento sociale, in stretta connessione con l’impoverimento economico. Emerge quindi un fenomeno non visibile perché nascosto dietro la porta di un’abitazione, davanti alla quale non ci sentiamo di entrare. E anche quando viene intercettato e portato all’attenzione dei più, spesso non è compreso, ma derubricato a semplice “stravaganza” della persona. Il gruppo di lavoro che ha collaborato alla ricerca ha coinvolto sia gli operatori della cooperativa, insieme al coordinatore del progetto, che le assistenti sociali municipali di tutto il territorio di Roma Capitale, che referenti del Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali del Comune di Roma. Il gruppo ha operato in due distinte fasi: nella prima, focalizzando l’analisi sul confronto di esperienze per redigere una definizione di “barbonismo domestico”; nella seconda, analizzando le diverse fasi operative per redigere una proposta di protocollo operativo di intervento.