Chiusure e tagli nei piccoli ospedali
Il Governo sta per sottoscrivere il nuovo Patto per la salute insieme alle Regioni: si prevede, tra l’altro, la chiusura dei piccoli ospedali con meno di 120 posti letto e la riconversione in strutture per la lungodegenza e la riabilitazione. Dall’elenco sono esclusi i servizi psichiatrici, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico che fanno ricerca e le strutture per “post-acuti”.
Chiusure e accorpamenti
Gli ospedali sotto gli 80 posti letto, verranno fatti oggetto di chiusure, accorpamenti, riconversioni. È allo studio un’altra riduzione di almeno 10-15.000 posti letto per ricoveri acuti. Anche le cure più diffuse sul territorio, fuori dall’ospedale, ovvero le cure h24 con equipe di medici di famiglia e specialisti saranno riviste.
La notizia ha scatenato la reazioni delle categorie professionali, soprattutto medici ed infermieri e dei sindacati. Qui la mappa delle strutture che andranno a scomparire riportata dal quotidiano “La Stampa” , su fonte del Ministero della Salute.
Le differenze tra Regioni
Nel nostro Paese restano forti differenze tra Regioni nella distribuzione di medici, dirigenti e altri ruoli. Ad esempio sono moltissimi i medici in Sardegna e pochissimi in Lombardia. La sola città di Bolzano ha il doppio della regione Abruzzo per numero di dirigenti non medici e la Liguria rispetto alla Campania per il personale sanitario non medico. Nel frattempo l’accesso alle cure in tempi di crisi è a rischio e la sostenibilità del Ssn in bilico: dal 2006 al 2012 i disavanzi hanno toccato quota 32 miliardi. Quasi tutti nelle otto regioni commissariate o sotto piano di rientro dal deficit, in cui vivono il 40% degli italiani.
La spesa per il personale in due anni è scesa dell’1,5%, per beni e servizi è salita dall’1,4, per i medicinali in farmacia ha perso il 9,1%. Si avvicina quindi una razionalizzazione per i bilanci sanitari locali e a pagarla saranno i cittadini italiani che già versano un totale 4,5 miliardi l’anno per pagare i ticket, soprattutto nelle Regioni commissariate. A questo va ad aggiungersi una spesa per la salute, ricorrendo al privato, di 29,39 miliardi. Tutto questo mentre le famiglie si impoveriscono: 9 milioni di italiani rinunciano o alle cure o le rinviano.