L’accessibilità tra i grandi limiti strutturali del paese, malgrado gli incentivi
La notizia è di alcuni giorni fa. Il Comune di Milano ha sanzionato il locale Magazzini Generali (che resteranno chiusi 30 giorni, ma ad intervalli di tempo e non di seguito, oltre ad una multa di 516 euro) per non avere concesso ad una ragazza disabile di assistere ad un concerto a causa della difficoltà ad accedere all’interno con la carrozzina elettrica. La ragazza, tempo prima, si era informata chiedendo agli organizzatori se c’era il rischio di incorrere in qualche brutta sorpresa. Dal locale le avevano garantito la possibilità di entrare senza alcun problema, ma il giorno dell’evento le cose sono andate diversamente. Questo è uno di quei racconti che finisce sulle pagine di cronaca dei giornali locali, ma di fatto è un limite strutturale che si presenta di volta in volta ad ogni latitudine. Può essere Milano, può essere Roma, può essere Reggio Calabria. Può essere un museo, può essere un teatro, può essere un esercizio commerciale. Persino una scuola.
Sentenze e strumenti disponibili
Negli ultimi tempi, però, nel capoluogo lombardo la musica sta cambiando. Il nuovo regolamento edilizio del Comune, che entrerà in vigore tra un anno, prevede infatti l’eliminazione di barriere architettoniche in bar, ristoranti, alberghi e negozi, ma anche negli edifici utilizzati per attività culturali e sportive aperte al pubblico. Il piano riguarda tanto le nuove strutture, che dovranno essere costruite a norma, quanto le vecchie, che dovranno essere ristrutturate all’uopo. Un provvedimento che, ad azzardare un paragone, recepisce le misure prese in materia dal Governo. Nella Legge di Stabilità sono stati prorogati di un anno i bonus per le ristrutturazioni e le riqualificazioni nell’edilizia, compreso l’abbattimento delle barriere architettoniche presenti negli edifici privati e nelle abitazioni attraverso l’installazione di montascale curvilinei e rettilinei o di qualsiasi strumenti adatti allo scopo (la detrazione è pari al 50%, così come già stabilito nel decreto Sviluppo del 2012 quando passò dal 36 al 50%). Ancora poco, magari, ma meglio di niente se riflettiamo su un punto fondamentale: le barriere architettoniche rappresentano ancora oggi in Italia un grosso freno allo sviluppo, all’inclusione sociale e all’impiego di persone con disabilità.
Limiti economici e culturali
A Roma, anche questa è notizia recente, il Tar ha condannato Roma Capitale per non aver ottemperato la sentenza del 12 marzo del Tribunale civile per cui l’amministrazione comunale doveva risarcire di cinquemila euro Gustavo Fraticelli, disabile e copresidente dell’Associazione Luca Coscioni, il quale non era riuscito ad accedere ad alcune fermate autobus del centro storico della città. Indovinate perché? Troppo facile: per via delle barriere architettoniche.
Gli ostacoli riguardano anche chi è in tenera età. Avevamo già scritto del report Istat, Alunni con disabilità. L’area geografica con la percentuale più bassa di scuole con scale a norma (74,4% di scuole primarie e 84,1% di secondarie) e servizi igienici a norma (68,7% di scuole primarie e 72,9% di secondarie di primo grado) comprende le regioni del Sud. A Reggio Calabria, per non farci mancare niente, riapriranno gli asili comunali a partire dal prossimo anno scolastico. Ma sul sito del Comune (commissariato dopo lo scioglimento del 2012) appariva una postilla: “Si informa che i bambini con disabilità non potranno essere accolti per l’impossibilità di nominare personale specializzato (insegnanti di sostegno)”. Soltanto in seguito, complice l’attenzione dei media, la Commissione straordinaria ha reso noto di avere fatto richiesta “alla Commissione centrale del Ministero competente, ai sensi dell’art. 243 del T.U., approvato con D.Lgsl. 267/2000, l’autorizzazione all’assunzione del personale di sostegno nelle scuole comunali”. La toppa è meglio del buco, ovviamente. Ma le barriere da superare non sono solo quelle architettoniche.