Francesco Canale, senza dubbio, è partito in una condizione di notevole svantaggio rispetto alla media. Nato senza braccia e senza gambe, abbandonato dai suoi genitori naturali. Fin dall’infanzia, però, Francesco non si è mai crogiolato nella sua condizione e ha imparato ben presto a dare più peso alle cose che poteva fare, che a quelle che non poteva fare. A scuola Francesco, ricoprendo il ruolo di portiere, giocava a pallone con tutti gli altri bambini; non potendo contare sull’uso delle mani, ha imparato ben presto a scrivere e a dipingere con la bocca. Adesso Francesco, diventato adulto, è sposato con Cinzia, ed è un noto pittore, scrittore, compositore teatrale e musicale. Spesso viene invitato a raccontare la sua storia a convegni e trasmissioni televisive.
Genitori adottivi e infanzia
Francesco nasce a Napoli, i suoi genitori biologici si spaventano di fronte alla sua disabilità e lo lasciano in ospedale; per fortuna, però, dopo poche settimane una famiglia della provincia di Pavia lo adotta e così Francesco si trasferisce e cresce al Nord, come si sente chiaramente dal suo accento. Francesco in seguito ha avuto modo di incontrare i suoi genitori biologici: pur essendo loro grato per averlo messo al mondo, afferma che i suoi genitori reali sono quelli adottivi. Questi ultimi, un’insegnante ed un geometra industriale, riescono perfettamente nel compito di spronarlo e di aiutarlo ad acquisire una buona immagine di sé. I risultati non tardano ad arrivare: a 9 anni già vince il Premio Letterario “Il Giunco” con una fiaba e a 16 diventa caporedattore della rivista “l’Aquilone”.
“Mai prigioniero della disabilità”
Ma l’arte alla quale Francesco ha dedicato più tempo, è quella della pittura. Tenendo il pennello con la bocca, ha realizzato acquerelli e acrilici che sono esposti in tutta Italia. Il suo tema preferito è l’Africa, con i suoi paesaggi, la sua gente, la sua fauna.
Sul suo blog www.animablu.eu Francesco, oltre a raccontare la sua storia e le sue opere, illustra quella che è la sua filosofia di vita. Egli afferma che la sua vita è basata sull’idea di “non essere vittima e prigioniero di me stesso, e della mia condizione fisica” ed è orgoglioso di “esser riuscito a trasformare una Vita considerata persa in partenza in un’Esistenza unica e meravigliosa”.
Viaggiando per l’Italia … con qualche difficoltà
Recentemente si è trasferito a Lecce, la città della moglie, ed è quindi tornato al Sud che gli aveva dato i natali. Però torna spesso al Nord a trovare i suoi genitori adottivi, viaggia molto anche per lavoro e afferma di aver vissuto diverse esperienze frustranti a causa delle barriere architettoniche e della disorganizzazione dei servizi di assistenza. Un anno fa è stato protagonista di una vivace polemica con Trenitalia: nel corso di un viaggio al Nord, la Sala Blu di Bologna gli aveva negato per diverse ore l’accesso ad un treno che era perfettamente attrezzato per le carrozzine ma era catalogato dai sistemi informatici di Trenitalia come “non attrezzato”.