I giovani e la “retomania”

Il rischio dipendenza da Internet
Il rischio dipendenza da Internet

Le nuove tecnologie, internet, i social network, le chatroom. Sono questi i nuovi svaghi dei giovani. Attività che li tengono lì, incollati a quelle tavolette luminose che possono essere i computer, i tablet o gli smartphone. Una tendenza che però può rivelarsi pericolosa a lungo andare. Si, perché queste nuove opportunità di gioco e di svago allontanano sempre più i ragazzi dalla comunicazione con i loro coetanei, dallo sport e dalle attività all’aria aperta. A lanciare l’allarme è il Sipps, Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, che dà anche un nome a questa tendenza, ormai sfociata in dipendenza o patologia: la retomania. Secondo il presidente del Sipps, Giuseppe di Mauro, sarebbero almeno tre i fattori che scatenano la retomania: “Le psicopatologie predisponenti, i comportamenti a rischio e le potenzialità psicopatologiche proprie della Rete”.

I rischi

Nel primo fattore, Internet va a rappresentare un rifugio per quanti hanno già una stabilità emotiva precaria, soffrono di depressione, disturbi bipolari o ossessivi-compulsivi. “La Rete diventa, di fatto, il luogo in cui ricercare amici o relazioni sentimentali e che consente il superamento delle relazioni della vita reale. Per comportamento a rischio si parla, ovviamente, di un abuso delle informazioni disponibili in Rete, con intere giornate passate davanti allo schermo di un pc, trascurando la vita reale. Tutto questo si somma alle potenzialità psicopatologiche della Rete: dalla capacità di indurre sensazioni di onnipotenza (vincere le distanze ed il tempo) fino ad arrivare al cambiamento della personalità e dell’identità”.
“Esiste un concreto pericolo – avverte ancora Di Mauro – che l’abuso di internet per comunicare crei confusione tra vita reale e vita virtuale”.

I dati

La testimonianza di questo pericolo è possibile riscontrarla nei dati del Rapporto Pronti, Partenza, Via!, studio condotto da Save The Children, dal quale emerge che un minore su quattro non pratica sport nel tempo libero, mentre il 73% lo passa a casa.
Come gran parte delle dipendenze, quella da internet è guaribile seguendo alcuni accorgimenti: limitare innanzitutto a massimo due ore la permanenza quotidiana online. Bisognerebbe anche integrare le attività in Rete con quelle reali simili come acquisti o relazioni sociali. È necessario non sostituire la socializzazione reale a quella virtuale e naturalmente rivolgersi ad uno specialista nel caso in cui ci si accorga che l’azione di collegarsi è diventata ormai un’ossessione.