Le imprese dei medici innovano i servizi e rispondono ai bisogni
In molte realtà dove il servizio sanitario è indebolito dalle risorse sempre più scarse e da una burocrazia inefficiente, le cooperative sanitarie sono in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini.
Sono ormai 76 in Italia, principalmente rappresentate da cooperative di servizi ai medici di medicina generale, con oltre 2.500 medici associati per circa tre milioni di assistiti.
L’organizzazione dei servizi sanitari, con la Legge Balduzzi, prevede una progressiva riduzione di ospedali e reparti, salvando solo le situazioni acute e le cure di eccellenza. Per questo si dovranno riorganizzare e potenziare sia i percorsi di Cure primarie ed intermedie, integrando i servizi e sburocratizzando la gestione.
L’assistenza ai malati
E l’esperienza maturata con i medici di medicina generale ha permesso alle cooperative di sviluppare idee e progetti nell’effettuazione delle prestazioni necessarie per la salute in alcuni settori ormai abbandonati dal pubblico, come odontoiatria, cure psichiatriche, specialistica di primo livello.
Un’altra funzione fondamentale è quella dell’integrazione tra territorio e ospedale e tra i diversi soggetti che vi operano. Il Compito più rilevante è quello di garantire l’assistenza e la cura a chi viene dimesso dall’ospedale.
Si sta sperimentando un Chronic Care Model, in particolare in Lombardia e in Toscana, anche adattato a prestazioni specialistiche e diagnostiche previste nei percorsi assistenziali, con presa in carico globale della persona e remunerazione in base al raggiungimento di indicatori.
Le esperienze nei territori
In Toscana, è ormai completa la rete delle Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), che riducono gli accessi impropri al Pronto soccorso e garantiscono i servizi di continuità assistenziale, di specialistica di primo livello, di assistenza domiciliare integrata.
Nel Lazio la cooperativa Medicina del Territorio, con sedi a Fiumicino e Frosinone, ha sperimentato insieme ad un’Asl un progetto per il miglioramento dell’assistenza domiciliare integrata per le malattie croniche.
La Bocconi ha rilevato un aumento dell’efficienza e la diminuzione della spesa, dall’esperienza sono nate inoltre linee guide internazionali. Ma la sperimentazione non ha avuto seguito, perché nell’Azienda non c’era interesse per tale servizio.
Serve invece un confronto vero perché gli interventi siano sempre più vicini alla reale domanda di salute del territorio. Le cooperative sanitarie, come dichiara Maurizio Pozzi, presidente di Sanicoop, vogliono difendere il servizio pubblico e proprio per questo innovarlo.