La sharing economy

Verso un'economia collaborativa
Sharing economy, verso un’economia collaborativa

Collaborare e condividere per resistere alla crisi

Nel 2014 si parlerà sempre di più di sharing economy all’estero, ma anche in Italia. Si continuerà a spiegare che cos’è, quali benefici porta, quali servizi comprende ma ci si soffermerà molto di più sul suo significato. Se ne parla molto sui media, un buon approfondimento è dato dal sito www.chefuturo.it.

La definizione di sharing economy non è chiara e condivisa. La definizione vede contrapposto chi considera vera e propria condivisione di beni solo in assenza di transazione economica, e chi invece ritiene questo un dettaglio di una visione molto più ampia.

Un concetto in evoluzione

Tuttavia l’economia collaborativa stessa, come ogni fenomeno nuovo, è destinata a modificarsi quindi forse non è così utile arrivare ad una definizione stabile. Compariranno nuovi servizi che porranno nuovi interrogativi; altri cresceranno proponendo non solo un servizio di condivisione di beni ma aggregando nuove funzionalità – e in tal senso la piattaforma inizierà ad assumere sempre più il ruolo di nuovo mediatore -altri ancora, probabilmente, apriranno la loro community non solo ai privati ma anche a piccole e medie aziende (come fa già Airbnb con i bed&breakfast e eBay), facendo diventare sempre più difficile definire che cosa sia esattamente la sharing economy .

I più grandi brand del mondo abbracceranno la sharing economy. Lo scrive Forbes che lo indica come uno dei più promettenti trend del 2014. Succederà probabilmente negli USA dove da poco è stato lanciato una sorta di Comitato, CrowdCompanies, che riunisce le aziende che vogliono investire nella sharing economy. Anche le amministrazioni inizieranno a valutare come beneficiare della sharing economy. Alcune si stanno già muovendo, altre si apprestano a farlo in maniera strutturata.

I settori economici a cui appartengono le principali imprese dell’economia collaborativa

Un fenomeno digitale che raccoglie la sfida di costruire un sistema sociale partecipato

L’economia collaborativa è conosciuta soprattutto per essere un fenomeno che nasce nel mondo digitale, ma in realtà alcuni sociologi parlano di servizi collaborativi già da più di un decennio. La tecnologia non ha fatto altro che diffondere e ampliare servizi che sul territorio esistevano già. Le start up troveranno sul campo il loro bacino di utenza, mentre nasceranno nuovi progetti che promuoveranno servizi collaborativi sul territorio utilizzando la tecnologia non come piattaforme di business ma per diffondere, promuovere e mettere in rete con un pubblico più ampio le loro iniziative come l’esempio bolognese di Social Street.

Probabilmente in futuro aumenteranno soprattutto quei servizi legati al turismo, alla mobilità, alla condivisione di spazi fisici oltre al crowdfunding. Insomma sono molti i segnali che inducono a pensare che la sharing economy continuerà a crescere e crescendo inizierà ad assumere un volto differente e differenziato.