Incidente e Laurea a distanza
21 anni, un ragazzo come tanti, iscritto all’Università di Padova, il progetto di diventare Ingegnere. Improvvisamente, però, la vita gli si mette di traverso: nel maggio 1998, un’automobile lo investe e lo manda in coma. Fortunatamente, dopo un mese si risveglia, ma rimane completamente paralizzato dal collo in giù, braccia e gambe comprese. Ma Paolo Berro non si arrende: anche se le difficoltà si sono moltiplicate per cento, continua a perseguire esattamente gli stessi progetti che aveva prima dell’incidente. Appena gli torna un filo di voce, comincia ad usare un computer con i comandi vocali e, dopo un po’ di tempo, decide di riprendere gli studi di Ingegneria. Avendo però necessità di assistenza continua, Paolo non può frequentare l’Università: chiede all’Università di Padova di venirgli incontro, la risposta che riceve è negativa. Nemmeno questo rifiuto riesce a smontare Paolo e la sua voglia di vivere: con una lettera ad un giornale egli dà voce al suo malcontento e alla fine riesce a trovare chi lo aiuta. Il Politecnico di Torino, all’epoca, aveva appena istituito i corsi di Laurea a distanza: gli studenti seguono i corsi con delle videocassette o CD Rom, e poi danno gli esami in videoconferenza, con un docente che fa le domande da Torino, ed un altro docente che segue l’esame accanto all’utente. Così, dopo qualche anno di “studi a distanza”, a 28 anni Paolo si laurea in Ingegneria Meccanica: per la cerimonia e i festeggiamenti, però, si reca di persona a Torino.
Una casa a comandi vocali …
Ancora prima di laurearsi, Paolo inizia a lavorare alla Wind come senior technic engineer. Tre anni dopo la prima laurea, ne prende una seconda in Ingegneria logistica e della produzione. Però egli, che nel corso di tutte queste imprese è stato assistito con dedizione quotidiana dai suoi genitori, vuole andare oltre e realizzare la difficilissima impresa di costruirsi una vita indipendente. Paolo non può utilizzare né braccia né gambe ma è un doppio ingegnere, e decide di mettere a frutto nel miglior modo possibile quanto appreso all’Università. La sua idea è quella di una “smart home” dove tutto sia azionabile mediante comandi vocali, sia porte e finestre, che interruttori ed elettrodomestici. Un computer centrale riceve gli input vocali da casse e microfoni situati in giro per la casa, ed esegue indicati dall’utente. Le luci non si accendono solamente tramite i comandi vocali, ma anche tramite sensori che rilevano la presenza dell’utente: dove l’utente passa, si accendono le luci, una cosa che farebbe piacere a chiunque.
… ed ecosostenibile
La casa è in fase di realizzazione a Castelfranco Veneto, dove attualmente Paolo vive con i genitori, è il primo progetto di questo tipo che viene realizzato in Europa, e sarà presentato a Bruxelles nella sede della Commissione Europea. Paolo conta di andarci a vivere senza i suoi genitori: “Dopo tanti anni finalmente potrò gravare meno sui miei genitori, era ora che trovassi un modo per essere più autonomo”. Le peculiarità del progetto di Paolo non si fermano qui: infatti la sua casa risponde anche ai criteri dell’ecosostenibilità. Le unità motorizzate come ascensori, porte e finestre vengono alimentate da pannelli solari ad alta resa; le stanze vengono riscaldate e raffreddate da un impianto con pompa di calore geotermica, che utilizza una quantità di energia molto ridotta. In questo modo, la casa sarà totalmente indipendente dal punto di vista energetico. Proprio come aspira ad esserlo il suo ideatore.