La lingua cinese non ha un’ideogramma per la parola crisi, ma ne usa due insieme per darne il significato: pericolo ed opportunità. Se la ricerca del Censis “Dal valore delle competenze, nuove opportunità per rimettere in moto il lavoro” ci restituisce ancora un’immagine a tinte chiare e scure del panorama imprenditoriale italiano, in cui solo il 16% delle aziende con più di 20 addetti è in crescita ed oltre un terzo è stato costretto a licenziare per sopravvivere, alcuni dati rivelano che qualcosa comincia a muoversi: le competenze.
Resistere e cambiare per crescere
La ricerca, commissionata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, rivela infatti che oltre l’80% delle imprese oggetto dell’indagine hanno aggredito la crisi ristrutturando la propria organizzazione e la propria struttura finanziaria, creando nuovi prodotti, introducendo nuove tecnologie ed ottimizzando i processi lavorativi, puntando, inoltre all’espansione territoriale del mercato e alla razionalizzazione e all’innovazione dei canali di vendita. Dati che indicano, quindi, una vitalità inaspettata, soprattutto se ci si fermasse alle cifre negative cui ci ha abituato la congiuntura economica degli ultimi anni.
Nuove professionalità per l’azienda che compete
Aziende, quindi, capaci di innovare e che, per farlo, cercano nuove competenze professionali sul mercato, con in testa figure commerciali e tecniche, ingegneri, programmatori e sistemisti,ma anche esperti di nuovi media e comunicazione. Una rivoluzione delle competenze che si riflette, inoltre, all’interno di oltre i due terzi delle imprese che hanno investito in formazione, aggiornamento e riqualificazione del proprio personale. Un’azione, però, che secondo la maggioranza delle imprese sebbene centrale ancora non è sufficiente e dovrebbe essere intensificata.
Nuove competenze, nuovi obiettivi, nuova organizzazione del lavoro
Anche se la maggioranza delle imprese ancora è nel guado del cambiamento, a causa spesso di resistenze interne, l’iniezione d’innovazione è passata, quasi per tutte, anche attraverso una drastica riorganizzazione dei processi lavorativi in un’ottica legata soprattutto al raggiungimento di obiettivi e risultati, che, in molti casi ha purtroppo significato il licenziamento del personale che si è dimostrato inadeguato ai nuovi indirizzi aziendali.
Licenziare indebolisce
Sono, però, proprio i tagli al personale, secondo il Censis, a rivelare la debolezza di un’impresa che, invece di reagire aggredendo il mercato e dimostrandosi capace di utilizzare tutte le sue risorse e competenze, sceglie una linea difensiva per sopravvivere. Purtroppo di questa categoria fanno parte una larga maggioranza di realtà imprenditoriali, mentre meno una su 10 delle aziende campionate ha saputo ristrutturarsi con una visione espansiva sul mercato. È tra queste ultime che l’investimento nell’innovazione, attraverso l’acquisizione di nuove professionalità e competenze, prima non presenti, ha dato la spinta per crescere e, in alcuni casi, affacciarsi con successo sul mercato internazionale. Al di là di ogni considerazione sul fatturato, la conoscenza e la competenza del personale sono il vero patrimonio di un impresa, dove investire per innovare è vincente.