Quando ero ancora uno studente ed esprimevo al mio fisioterapista le mie preoccupazioni relative alla futura ricerca di un lavoro, mi sentii rispondere: “Potresti benissimo fare un lavoro come il mio”. Non lo presi sul serio, mi sembrava molto strano che una persona disabile potesse fare lui stesso terapia ad altre persone. Oggi a distanza di anni mi devo ricredere, per alcuni tipi di disabilità, questo è possibile: presso l’Università degli Studi di Firenze, da ben quindici anni, è attivo il Corso di Laurea in Fisioterapia per non vedenti che, senza dubbio, assicura ai suoi studenti una formazione eccellente e buone prospettive di impiego per il futuro: quasi tutti gli studenti che si sono laureati sono riusciti a trovare un lavoro presso strutture pubbliche o private.
Il Corso di Laurea, rivolto anche ad ipovedenti gravi, è stato attivato all’inizio dell’ anno accademico 1999/2000 ed inizialmente era limitato a 10 studenti l’anno: adesso è limitato a soli 5 studenti l’anno. Gli studenti del I°anno frequentano le lezioni in aule attrezzate presso l’ “Istituto A. Nicolodi”, dove apprendono le nozioni di base tramite modelli tridimensionali, supporti grafici e specifiche applicazioni informatiche. A partire dal II° anno vengono progressivamente integrati con gli altri studenti. Nel corso è impiegato un numero di docenti superiore alla media ed è prevista un’intensa attività di tirocinio pratico effettuata da un fisioterapista non vedente già affermato.
Il quindicesimo anniversario dell’istituzione del Corso di Laurea è stato celebrato il 5 maggio a Villa La Quiete, a Firenze, nel corso del convegno “Con altri occhi” dedicato ai temi della disabilità visiva. C’erano anche diversi studenti che nel corso degli anni si sono laureati, come Alessandro, che adesso lavora a Vicenza: “Che emozione tornare qua, questo corso ha rappresentato una pietra miliare della mia vita. La formazione è fondamentale per l’autonomia e per fare progetti futuri”. Al convegno era presente anche il Rettore dell’ Ateneo fiorentino, Alberto Tesi, che ha parlato del Corso di Laurea come di “un’esperienza di punta” e che ha aggiunto: “La manifestazione è anche l’occasione per ribadire la necessità di un approccio integrato a queste problematiche, come testimoniato dai laboratori presentati: accanto all’aiuto fornito dalla medicina, infatti, anche la tecnologia può favorire l’integrazione e l’inclusione”