Corpi – personale di Greetje Louise Roeters – opere 1994 – 2006

banner_evento_650x241_emailCorpi, il Parco delle innovazioni sociali ospita un evento culturale promosso da sociale.it

Greetje Louise Roeters nasce Zevenhuizen, un piccolo villaggio nel nord dell’Olanda nel 1957, e, da diversi anni, è socia della cooperativa Capodarco dove lavora in Superabile, il Contact-Center integrato sulla disabilità dell’Inail.

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La personale ospitata dal Parco delle innovazioni sociale e promossa da sociale.it raccoglie le sue opere più significative del periodo 1994 – 2006.

… contemporaneamente frequentavo l’accademia di Groningen dove, in un periodo di massima realizzazione personale, dipingevo un quadro dopo l’altro. Così dopo un anno ho cominciato ad organizzare piccole mostre insieme ad amici, entusiasta della mia passione.

Dopo qualche anno, purtroppo senza finire l’accademia, sono arrivata in Italia il paese più bello del mondo, dove mi sono innamorata e ho cresciuto i miei due bambini. Dopo anni ho ricominciato con piccoli quadri e disegni. L’espressione artistica è legata molto al mio stato d’animo. Tante volte quando ho problemi, mancanza di autostima, solitudine, malattia (diagnosticata sclerosi multipla nel 2002), la pittura e altre espressioni d’arte come il canto (lirica), mi aiutano a superare questi brutti periodi.

Questa mostra è il risultato del mio essere …

(Corpi – personale di Greetje Louise Roeters – opere 1994 – 2006, note biografiche dell’artista) 

 

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Quello che colpisce al primo sguardo nei Corpi di Louise sono le forme.

Ombra in movimento – Greetje Louise Roeters – 1996

Corpi, infatti, e non volti: dei particolari del viso si riconoscono a malapena la prominenza del naso e le cavità oculari, ma i corpi…, i corpi sono articolati in posizioni significative e, soprattutto, sono ben definiti, materici, presenti.

A volte assumono pose contorte, altre volte si adagiano, quasi stanchi, in atteggiamenti rilasciati, ma sempre in posture che mettano in evidenza le peculiarità dell’immagine femminile.

E poi il colore. È attraverso il colore che le sagome di Louise acquisiscono tridimensionalità. Colori a forte contrasto o a sfumature progressive di toni, che torniscono il busto e gli arti sino a farli divenire “corposi”, possenti, volumetrici.

Forma e colore, i principi basilari dell’espressione pittorica, infondono vita interiore a queste figure, ne manifestano la forza vitale che promana dall’interno anche quando l’aspetto esteriore sembrerebbe dimostrare il contrario. I Corpi di Louise, nelle loro forme tondeggianti, quasi scultoree, hanno qualcosa di primigenio, qualcosa che richiama istintivamente alla mente l’immagine della Grande Madre, la divinità archetipica della cultura primitiva, con la quale si rappresentava il mistero della vita, della fecondità e della fertilità e, quindi, del ciclico rinnovamento della Natura. E, a ben guardare, nelle donne raffigurate da Louise possiamo scovare i vari momenti del ciclo vitale, del ventaglio variopinto degli stati d’animo e, soprattutto, della spiritualità femminile.

Barbara Mazzei, Responsabile del Settore Restauro, Musei e Archivi della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (dal comunicato stampa dell’evento).

 

Ingresso libero

#LouiseRoetersCorpi | Info: comunicazione@sociale.it | Materiali: Comunicato stampa