Per quanto la velocità media della bicicletta sia di 15-25 Km/ora, nel traffico cittadino essa rappresenta, in media, un mezzo più veloce della macchina. Le piccole dimensioni della bicicletta, infatti, comportano diversi vantaggi rispetto all’automobile: essa si districa molto meglio in mezzo al traffico, e consente un viaggio “punto-punto” dall’esatto luogo di partenza a quello di arrivo. Inoltre, essendo un mezzo “portatile”, in certi casi può essere efficacemente alternata con bus e metro. E’ chiaro che, in una metropoli caotica e trafficata, tutti questi fattori contano di più della potenziale maggiore velocità dell’automobile, e rendono conveniente l’utilizzo della bicicletta.
E’ ovvio che, sulle lunghe distanze prive di traffico, l’automobile è un mezzo molto più veloce della bicicletta; esistono però tanti altri buoni motivi, individuali e collettivi, per dare la preferenza a quest’ultima. Prima di tutto, i gas di scarico delle automobili sono universalmente riconosciuti come il primo fattore di inquinamento atmosferico: le emanazioni di ossido di carbonio, ossido di zolfo e ossido di azoto sono la diretta causa sia di intossicazioni e malattie, sia di fenomeni climatici come il riscaldamento globale che più passa il tempo, più costituiscono una minaccia per la vivibilità del pianeta.
Se la circolazione delle automobili risulta essere, più o meno nel lungo termine, nociva per la salute dell’uomo, l’utilizzo della bicicletta costituisce un ottimo allenamento per il fisico. L’atto di pedalare lubrifica le articolazioni delle gambe e le mantiene giovani, tonifica i muscoli, mantiene attiva la circolazione del sangue, favorisce il rilascio di endorfine che fanno bene all’umore. Fa anche bene al cuore, come afferma il medico dello sport Luigi Simonetto: “Il ciclismo permette un aumento armonico delle dimensioni del cuore, sia a livello della cavità, sia dello spessore della parete. Contemporaneamente si ha una diminuzione della pressione arteriosa diastolica, la cosiddetta minima, che è la più significativa dal punto di vista clinico“.
Con tutto questo non vogliamo certo nascondere il fatto che l’utilizzo della bicicletta, che al contrario dell’automobile non offre protezione esterna alcuna, può comportare dei rischi di incidenti. Alcune accortezze per ridurre al minimo questi rischi sono: di sera,rendersi visibili con fari e catarifrangenti; segnalare la propria presenza suonando il campanello; guardarsi alle spalle; cercare il contatto visivo con i guidatori di auto; evitare strade molto trafficate e, dove possibile, percorrere piste ciclabili. In Italia c’è una notevole differenza tra le città del Nord, dove le piste ciclabili sono in media abbastanza frequenti, e le città del Sud, dove sono spesso inesistenti. I capoluoghi di provincia dove le piste ciclabili sono più frequenti sono Padova e Brescia, con circa 130 Km di piste ogni Km²; seguono Torino, Bolzano, Treviso, Sondrio e Mantova.