I danni dell’alcool

birra

Fin dai tempi antichi, gli uomini hanno fatto uso di alcol per dimenticare ansie e dispiaceri, e per vivere momenti di allegria e di spensieratezza. Purtroppo, però, le bevande alcoliche hanno sempre avuto anche un rovescio della medaglia: chi le consuma in grande quantità, può subirne un danno sia nel breve, che nel lungo termine. E spesso, può anche procurare danni a terzi. Dal “Report globale su alcol e salute 2014” stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, emergono scenari piuttosto inquietanti. Il Report stima che ogni anno in tutto il mondo 3 milioni e 300mila persone, ovvero 6 persone su 100, passano a miglior vita a causa dell’alcol. Le malattie mortali più comuni causate dall’alcol sono cancro (esofago, fegato, colon, pancreas) e cirrosi epatica: l’alcol è inoltre la causa di un gran numero di incidenti, in primo luogo quelli stradali che possono vedere coinvolte anche altre persone.

Anche il numero di donne morte per alcol, sebbene sia ancora la metà di quello degli uomini, è in preoccupante aumento. Secondo lo studioso statunitense Richard Grucza, il consumo femminile di alcol negli ultimi decenni è andato aumentando parallelamente al peso della donna nella società. Gli uomini subiscono mediamente i maggiori danni perché bevono molto di più, ma, a parità di consumo, è la donna ad essere più vulnerabile a causa del minor peso corporeo e della maggiore difficoltà a metabolizzare l’alcol.

I danni causati dall’alcol dipendono, oltre che dalla quantità di alcol consumato, anche dalla cadenza temporale delle bevute. Nei paesi anglosassoni è tristemente famoso il fenomeno del binge drinking: soprattutto il venerdì e il sabato sera è abbastanza frequente vedere in giro persone che consumano unità alcoliche in rapida successione fino ad ubriacarsi. Sembra che questo tipo di consumo sia quello che faccia più male, e qualcuno lo vede addirittura alla base della minore longevità dei paesi anglosassoni rispetto all’ Italia, dove la maggior parte delle persone si limita al bicchiere di vino consumato ai pasti. Sembra però che ultimamente il fenomeno del binge drinking sia pericolosamente aumentato anche nel nostro paese, soprattutto fra i giovani e giovanissimi: secondo una recente indagine ISTAT, 13 giovani su 100 hanno questa nefasta abitudine, e sembra che essa sia più frequente tra i soggetti con più istruzione e con meno difficoltà economiche, ovvero tra i cosiddetti “figli di papà”.

Eppure, sono proprio gli adolescenti quelli che dovrebbero stare a maggiore distanza dall’alcol: infatti fino ai 18-20 anni il cervello è in una fase di sviluppo e l’assunzione di alcol può arrivare a compromettere il raggiungimento delle piene potenzialità cerebrali. Per questo motivo, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la totale astensione dall’alcol almeno fino al compimento dei 15 anni: le politiche di controllo e di dissuasione nei confronti degli adolescenti di oggi, possono contribuire all’efficienza ed al benessere della società di domani.