We Feel, emozioni misurate con il tweet

Il sito web del progetto we feel
Il sito web del progetto We Feel

Un nuovo servizio creato da Amazon Cloud e da due istituti di ricerca australiani misura le emozioni nel mondo in base ai tweet

“Tu chiamale se vuoi emozioni”, cantava Lucio Battisti e si trattava di emozioni personali, intime e reali. Ma nell’epoca dei social network anche questi sentimenti interiori si riflettono sulla nostra presenza sul web.

Con l’intento di misurarle, quasi in tempo reale, sul web nasce We Feel, un progetto di Amazon Cloud e di due istituti di ricerca australiani,  Black Dog Institute e Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO), che utilizza i dati dei social network raccolti da Gnip, una piattaforma social data feed di recente acquistata da Twitter.

We Feel la scala delle emozioni

We fell, come funziona

Nei tweet degli utenti di tutto il mondo, per il momento solo in lingua inglese, il We Feel mondo misura la presenza di espressioni in una scala che va da surprise (sorpresa) a fear (paura), passando attraverso tutta una gamma di emozioni intermedie, che possono a loro volta essere declinate interattivamente in altre sfumature intermedie di emozioni, fino ad ottenere una foto precisa di quanti tweet rispecchino quella particolare emozione in un dato momento.  Per ogni emozione, poi, viene indicato, il sesso di chi twitta, e selezionare una specifica area del mondo o Paese. È infine possibile accedere ai dati attraverso Api e presentarli su altri siti web o organizzarli secondo le grandezze preferite, come sesso, provenienza, data e ora o tipo di emozione. I dati della visualizzazione sono aggiornati ogni 15 minuti.

Un progetto di ricerca per misurare lo stato d’animo delle persone

Il progetto we feel nasce dalla mission del Black Dog Insitute, che da anni misura la salute emotiva degli australiani e utilizzando, fino ad oggi, la posta ordinaria, con tempi e costi molto alti.

Csiro, invece, aveva già utilizzato su piccola scala i tweet di Twitter per capire se, quando i post parlavano di suicidio o depressione, fossero o meno attendibili, sia per comprendere quale fosse il grado di benessere mentale dei cittadini che per individuare schemi di effettivo rischio a scopo di prevenzione.

Lo scopo di entrambi gli istituti di ricerca, che ora hanno a disposizione uno strumento di misurazione su vastissima scala che apre grando opportunità per la ricerca a livello mondiale, era comunque la misurazione del benessere mentale dei cittadini australiani. Per realizzare il progetto è stato però fondamentale la capacità di calcolo della struttura di cloud computing messa a disposizione, nel mese di marzo, da Amazon insieme alle altre competenze e risorse tecnologiche che hanno reso possibile passare dall’idea al progetto. We Feel è così in linea da aprile grazie allo streaming dati di Amazon’s Kinesis e ospitato sul servizio di database DynamoDB

Sempre più progetti cercano di raccogliere sul web dati comportamentali a scopi di ricerca scientifica

Amazon, ma anche Goolge e Microsoft, hanno già messo in passato a disposizione le proprie risorse tecnologiche per ospitare progetti di condivisione di dati economici, medici e genetici e d’interesse pubblico e scientifico, ma è la prima volta che accade per una ricerca così vasta sulla salute ed il benessere mentale ed emozionale delle persone che ha anche implicazioni sociale. Allo stato attuale We Feel non ha raccolto abbastanza dati per offrire delle analisi definitive e ha analizzato l’andamento delle emozioni degli australiani in corrispondenza di una serie di eventi nazionali con interessanti risultati. Le risorse per il progetto, però, saranno adeguate per un solo anno e già i due istituti coinvolti sono alla ricerca di finanziamenti per sostenere il progetto e continuare gli studi, ma la speranza è di continuare a lavorare, validando questi risultati per fare di questo metodo di raccolta dei dati uno strumento scientifico economico ed efficace per studi sociali di pubblico interesse.

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