Uno dei paesi più longevi secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità
Secondo le Statistiche Sanitarie Mondiali 2014 pubblicate dall’OMS e diffuse in Italia dal ministero della Salute, l’ Italia è ai primi posti per aspettativa di vita secondo i dati Oms e, in particolare, al quinto posto per le donne e al settimo per gli uomini. Una sintesi in italiano è disponibile sul sito del Ministero della Salute
Secondo Oms l’aspettativa di vita di una bambina e di un bambino nati nel 2012 è, rispettivamente, di circa 73 anni e 68 anni. Si tratta di 6 anni in più rispetto all’aspettativa di vita media mondiale relativa a un bambino nato nel 1990.
I sei paesi nei quali l’aspettativa di vita è aumentata di più sono stati la Liberia, con un incremento di 20 anni (da 42 anni nel 1990 a 62 anni nel 2012), seguita dall’Etiopia (da 45 a 64 anni), le Maldive (da 58 a 77 anni), la Cambogia (da 54 a 72 anni), il Timor-Leste (da 50 a 68 anni) e il Ruanda (da 48 a 65 anni).
Perché si allunga l’aspettativa di vita
Un motivo importante per cui l’aspettativa mondiale di vita è migliorata così tanto è il fatto che meno bambini muoiono prima del loro quinto compleanno, ma esiste ancora un divario profondo tra ricchi e poveri: le persone che vivono in paesi ad alto reddito continuano ad avere possibilità molto maggiori di vivere più a lungo delle persone che vivono nei paesi a basso reddito.
Ovunque nel mondo, le donne vivono più a lungo degli uomini. Il Giappone presenta l’aspettativa di vita più alta del mondo per le donne (87 anni), seguito da Spagna, Svizzera e Singapore. L’aspettativa di vita per le donne nei paesi classificatisi ai primi dieci posti è di 84 anni o più. L’aspettativa di vita per gli uomini è di 80 anni o più in nove paesi: la più alta si registra in Islanda, Svizzera e Australia.
Le malattie che portano maggiormente alla morte sono quelle cardiache e l’ictus. I paesi più ricchi hanno migliorato le proprie capacità di monitoraggio e gestione di malattie come l’ipertensione, e nei paesi più sviluppati si va sempre più diffondendo l’abbandono del consumo di tabacco.
Altri indicatori interessanti sulla qualità della vita e la mortalità
Altri elementi chiave tratti dalle Statistiche Sanitarie Mondiali 2014:
• Le tre principali cause della perdita di anni di vita dovuta a mortalità precoce sono le malattie cardiache coronariche, le infezioni delle vie respiratorie inferiori (come la polmonite) e l’ictus.
• In tutto il mondo, si sta verificando un importante cambiamento nelle cause di mortalità e nell’età di morte. In 22 paesi (tutti africani), il 70% o più degli anni di vita persi (dovuti a morte precoce) sono ancora causati da malattie infettive e patologie correlate. Al contrario, in 47 paesi (per la maggior parte ad alto reddito) le malattie non trasmissibili e gli incidenti sono la causa di più del 90% degli anni di vita persa.
• In tutto il mondo, nel 2012 circa 44 milioni (6,7%) di bambini di età inferiore a cinque anni erano sovrappeso o obesi. Dieci milioni di questi bambini vivevano nella Regione africana dell’OMS, dove i livelli di obesità infantile hanno avuto un rapido incremento.
• La maggior parte dei decessi al di sotto dei 5 anni d’età si verifica nei bambini nati prematuri (17,3%); la seconda causa di mortalità è la polmonite (15,2%).
Forse il dato più interessante è che solo un terzo di tutti i decessi nel mondo viene annotato nei registri civili insieme alle informazioni sulla causa della morte. Dati quindi da relativizzare.
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La popolazione mondiale invecchia
L’allungamento dell’aspettativa di vita implica come effetto l’invecchiamento della popolazione su scala globale ed apre a nuovi scenari di ricerca e di terapia su malattie legate alla vecchiaia. Si calcola infatti che nel 2020 saranno 2 miliardi gli uomini e le donne oltre i 60 anni, circa un terzo della popolazione mondiale e molti di loro saranno soggetti agli effetti, talvolta cronici e di lungo periodo, dati proprio l’allungamento dell’aspettativa di vita ed il costante miglioramento delle terapie, di malattie non trasmissibili legate all’invecchiamento, come il diabete, le malattie cardiovascolari e neuro-degenerative come il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer. Rispondere al bisogno di cura della popolazione avrà costi sempre crescenti in futuro, secondo Oms, ed inciderà pesantemente sui bilanci sanitari di tutti gli Stati.