Cos’è la medicina difensiva
Serve? Non Serve? È difficile dirlo. La medicina difensiva è infatti quel complesso di pratiche, di diagnostiche o di misure terapeutiche condotte principalmente, non per tutelare la salute del paziente, ma come garanzia delle responsabilità medico-legali conseguenti alle cure mediche prestate. Quindi il motivo è quello di evitare la possibilità di un contenzioso. La medicina difensiva può essere positiva o negativa. La medicina difensiva positiva si attua con un comportamento cautelativo di tipo preventivo e quindi nel ricorso a servizi aggiuntivi non sempre necessari, come analisi, visite o trattamenti, per diminuire la possibilità che si verifichino risultati negativi. Lo scopo è spesso dissuadere i pazienti dalla possibilità di presentare ricorsi e redigere documentazione che attesti che il medico ha operato secondo gli standard di cura previsti, in modo da cautelarsi. La medicina difensiva negativa si pratica invece con l’astensione dall’intervento come nel caso in cui il medico evita di occuparsi di determinati pazienti con patologie complesse o non esegue necessari interventi ritenuti ad alto rischio, con ovvie ricadute negative in termini di costi sociali per il prolungarsi e l’aggravarsi delle patologie.
I costi in Italia: la denuncia dell’Acoi
In Italia la medicina difensiva pesa per oltre il 10% sulla spesa sanitaria. Ciò significa che si spendono circa 13 miliardi di euro l’anno in medicina difensiva. Solo nel Lazio il fenomeno pesa per più di 1,3 miliardi euro. I dati in una denuncia dei medici dell’Acoi, l’Associazione chirurghi ospedalieri italiani, presentata al presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti. “È il momento di affrontare una situazione di emergenza economica e sanitaria prima che i costi della medicina difensiva, in aumento continuo, portino al collasso del sistema sanitario regionale – spiega un primario al San Camillo Forlanini di Roma – Ne abbiamo discusso all’incontro, il primo di questo genere, con i primari chirurghi ospedalieri e universitari del Lazio e con il presidente Zingaretti, che ha condiviso la nostra preoccupazione”.