Barriere architettoniche e social media

Race The Tube  In a Wheelchair: grazie ad un video virale passa la denuncia del fatto che solo il 25% delle stazioni della metropolitana di Londra sono acessibili
Race The Tube In a Wheelchair: grazie ad un video virale passa la denuncia del fatto che solo il 25% delle stazioni della metropolitana di Londra sono acessibili

Web e social per l’eliminazione delle barriere architettoniche

Prima erano voci quasi invisibili, oggi, anche grazie ai social media le denunce per le barriere architettoniche corrono sul web e si fanno ascoltare. L’ultimo caso è quello di Antony, un ragazzo londinese su sedia a ruote che, grazie all’aiuto di del blog di crowdhelping theFreeHelpGuy e sfruttando l’idea ed il successo del viral Race The Tube – Sprint (sfida la metropolitana – Scatto), è riuscito a viralizzare, con il video Race The tube – In A Wheelchair (Sfida la metropolitana – su una Sedia a Ruote), la sua denuncia sul fatto che solo il 25% delle stazioni del Tube, la famosissima metropolitana di Londra, sono accessibili alle persone su sedia sedia a ruote.

La storia

Il video Race The Tube – sprint (#racethetube), realizzato a nella seconda metà di luglio e pubblicato il 12 agosto sul canale YouTube Epic Challenges, dedicato alle sfide impossibili, ha raccolto in poco più di un mese ben oltre 4 milioni e mezzo di visualizzazioni e più di 35 mila like.  Il video documenta, anche con riprese in soggettiva con una video camera GoPro, una corsa che parte da un convoglio della metropolitana della Circle Line dalla stazione di Mansion House, passando per le strade di  Londra, per rientrare nello stesso vagone nella successiva stazione quella di Cannon Street: 320 metri, 2 biglietterie, 75 scalini in 1 minuto e 20 secondi.

[jwplayer mediaid=”5355″]

La sfida di Antony è la stessa ma si ferma sulle scale della stazione di Cannon Street di fronte ai 75 gradini superati di slancio dal protagonista dell’altro video. Pubblicato il 24 settembre sul canale YouTube TheFreeHelpGuy, Race The tube – In A Wheelchair ha collezionato in meno di una settimana 11.792 visualizzazioni e 150 like, un risultato che ancora non si può comparare con il viral che l’ha ispirato ma che può essere considerato decisamente incoraggiante (a proposito: guardatelo, dategli il vostro like e condividetelo per farlo crescere), soprattutto perché la sfida che rappresenta è quella per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

[jwplayer mediaid=”5356″]

Anche in Italia la denuncia delle barriere architettoniche passa per web e social

Londra, durante le paralimpiadi del 2012 è stata proposta ad esempio di accessibilità, ma evidentemente non mancano le magagne. Del resto anche Roma ha i suoi grossi problemi di barriere architettoniche, come ha denunciato, nello short-movie Scarpette Rosse, il regista Bernardo Bertolucci, da anni su sedia a ruote quotidianamente alle prese con i problemi di accessibilità del centro storico della capitale.

[jwplayer mediaid=”5357″]

Sempre restando nella città eterna ed in tema di metropolitane non accessibili alle persone su sedia a ruote, questa estate ha fatto discutere un video realizzato Claudio Palmulli, un giovane romano con tetraparesi spastica alle prese con le barriere architettoniche della stazione metro di Spagna che, grazie alla sua denuncia, è riuscito ad incontrare il sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino ed ottenere da lui precisi impegni sull’abbattimento delle barriere architettoniche nella capitale.

[jwplayer mediaid=”5358″]

L’impegno militante contro le barriere architettoniche di Claudio, figlio di Simone il famoso Mister Ok, ha sortito qualche effetto se solo pochi giorni dopo il Campidoglio ha finalmente varato, dopo anni di attesa, il Peba, il Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Una battaglia da anni fatta sua dalla deputata PD Ileana Argentin, in parlamento – sua una proposta di legge per la progettazione accessibile e l’abbattimento delle barriere architettoniche approvato in commissione e che attende di essere discusso in parlamento – e nel quotidiano, come ribadito di recente in un articolo di Repubblica – Roma, con una galleria fotografica che documenta la sua quotidiana odissea tra le barriere architettoniche del quartiere in cui vive.

Ileana Argentin, un impegno sociale e politico in favore della diversità

Accessibilità? conviene!

Inutile ribadire ancora una volta che una città per tutti, senza barriere architettoniche, non è solo nell’interesse delle persone con disabilità, ma migliora la qualità della vita di tutti. L’esempio ci viene da Matera, la città dei Sassi, candidata italiana ad essere Città Europea della cultura per il 2019, che per sostenere questa sfida punta proprio sul turismo accessibile e sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Anche le tecnologie, poi, possono venire incontro alle esigenze di accessibilità, come con l’App MoveAround, l’applicazione per Android pensata per le persone con difficoltà motorie, che indica le condizioni di accessibilità di strutture ricettive, monumenti, musei ed esercizi pubblici a Roma ed altri luoghi. MoveAround, sviluppata con il supporto di architetti esperti del Consorzio Sociale COIN e delle cooperative sociali Tandem e Capodarco – che da sempre forniscono informazioni per garantire il diritto alla mobilità, all’autonomia ed inclusione sociale – sarà presto rilasciata in versione Social, con la possibilità per le persone che la utilizzano, di segnalare e condividere strutture accessibili e le barriere architettoniche.

[jwplayer mediaid=”4614″]