Lo denuncia l’ultimo Rapporto dell’EBU (European Blind Union)
I servizi informativi delle Istituzioni europee risultano non accessibili a circa 30 milioni di europei non vedenti e ipovedenti.
In particolare, le pagine Web della Commissione europea e del Consiglio testate sono state giudicate rispettivamente “lontano dall’accessibilità” ed “estremamente inaccessibili“.
Questa denuncia arriva dall’ultimo Rapporto dell’EBU (European Blind Union), intitolato emblematicamente “Accesso negato”.
Il Rapporto
Secondo l’analisi effettuata, non solo mancano in esse gli strumenti per permettere la navigazione alle persone cieche, ma non vengono neanche adottate le corrette codifiche necessarie a rendere disponibili i bottoni per l’avvio dei video.
Anche gli ipovedenti si trovano inoltre di fronte a diverse difficoltà dal momento che non in tutte le pagine viene rispettato il corretto contrasto testo-sfondo.
Molti link sono a comparsa e dunque non navigabili tramite tastiera, ed alcune pagine sono difficilmente navigabili a causa della divisione nelle diverse lingue dell’UE.
Il Rapporto include una dettaglia descrizione di queste barriere e offre consigli agli organi di Bruxelles sulle modifiche ed integrazioni più urgenti da realizzare.
La normativa europea
Tali problemi appaiono gravi perché la Commissione stessa aveva adottato nel 2012 l’“EU Accessibility Act”, che prevede l’introduzione di misure idonee su tutti i siti.
E le pagine europee dovrebbero seguire le linee guida sull’accessibilità dei contenuti web (WCAG) (versione 2.0), livello AA, formulate dal World wide web consortium (W3C) nell’ambito dell’ iniziativa per l’accessibilità del web.
Sono state anche emanate le linee guida per la produzione di pagine web accessibili.
Riguardo i siti pubblici degli Stati membri, l’Unione Europea ha stabilito alcuni criteri per l’applicazione uniforme di una Direttiva per l’accessibilità dei siti pubblici.
In Italia, il problema è stato sollevato recentemente dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap (FISH) che ha denunciato il sito della Camera dei Deputati in quanto non accessibile (vedi Sociale.it).