Il Premier Matteo Renzi rassicura il pubblico a Palazzo Chigi
“Le risorse ci sono, per la prima volta è aumentato da 400 a 500 milioni ed è stato stabilizzato: ora si tratta di spendere bene quei sodi, dandoli a chi davvero ne ha bisogno e non a chi pretende di accedervi, senza avere le caratteristiche di trasparenza e correttezza necessarie”.
Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto all’incontro di Palazzo Chigi, organizzato in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità dai ministeri della Salute, del Lavoro e dell’Istruzione, in collaborazione con Fish e Fand.
Al convegno erano presenti anche rappresentanti delle cooperative sociali Darco, Co.In. e di Superabile.
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Risorse nel sociale
Il premier ha quindi lanciato una proposta ai rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni presenti: “Nelle prossime settimane, verifichiamo insieme i punti da smarcare. Questo è il governo che ha messo più soldi di tutti sul sociale: facciamo sì che servano e che siano spesi bene”.
Ma per questa sfida serve un investimento di natura educativa e culturale: “Le persone con disabilità sanno che non si può ridurre il tema della disabilità a un unico settore, perché ci sono tante storie diverse. Per questo offro qui la mia piena disponibilità ad andare nei territori, per portare avanti insieme il lavoro per il cambiamento”, ha detto, rivolgendosi in particolare ad Andrea Venuto, rappresentante del Consorzio di cooperative sociali Co.In.
Programmi per sanità e scuola
Integrazione socio-assistenziale, aggiornamento dei Lea e del nomenclatore tariffario, queste le tre priorità indicate dal ministro Beatrice Lorenzin. “Abbiamo una legislazione tra le migliori, ma il Paese è frammentato tra l’assistenza sanitaria e quella sociale: su questo dobbiamo focalizzarci, con un modello che prevede la distinzione tra ospedale e territorio”.
Per questo si sta lavorando alla realizzazione di Programma di azione biennale, con un sistema di accesso unico ai servizi.
Secondo Stefania Giannini, ministra dell’Istruzione, “nella società e della scuola si possono verificare le buone politiche”. Fondamentale è la “formazione degli insegnanti: con le associazioni insistiamo che l’insegnante di sostegno non sia delegato all’esclusione. Le buone pratiche devono essere messe a sistema, per diventare diffuse, verso una politica dell’istruzione che sia inclusiva”.
(Fonte: Superabile)