Un nuovo corso Fad dell’Ordine dei medici contro la violenza di genere
Ordine dei medici: comprendere – per contrastare – i segni della violenza di genere. E’ questo l’obiettivo della formazione on line rivolta a tutti i medici italiani, promossa dalla Fnomceo e annunciata nel corso di un Convegno a Padova.
La giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lo scorso 25 novembre. Il presidente della Federazione Amedeo Bianco ha preso più volte posizione per affermare che la violenza sulle donne è un problema di salute pubblica: “non c’è posto per la giustificazione o il silenzio. Occorre insieme, uomini e donne, cercare modalità per una ‘riconciliazione’ tra i sessi”. Molti Ordini provinciali hanno già attivato programmi di formazione in alcune città, (Reggio Emilia, Roma, Brindisi, Imperia, Messina, Torino, Padova) perché nell’esercizio quotidiano della professione si possono individuare i cosiddetti segnali deboli e quindi contrastare gli effetti della violenza.
Empowerment per uscire dalla spirale della violenza
Inoltre, nella revisione del Codice di Deontologia Medica 2014 è stato inserito, nell’articolo 32, il concetto di vulnerabilità come situazione nella quale i margini personali di autonomia, nei percorsi della vita, possono essere ridotti. Come ha spiegato la coordinatrice della Commissione Deontologica: “la donna, proprio per il ruolo che la natura le affida, non è solitamente soggetto fragile ma rischia di diventare debole e meno tutelata, in concomitanza a discriminazioni, maltrattamenti fisici o psichici, violenze ed abusi”. Come è ormai noto, nella maggioranza dei casi le violenze non vengono denunciate. Difficile avere dati di certezza in queste situazioni ma si ipotizza un sommerso che arriva al 90 % soprattutto nelle violenze domestiche, dove la donna è come paralizzata dalla paura e dalle possibili conseguenze. Maturare la decisione di difendersi e denunciare richiede molto tempo. Per aiutare a incrinare il silenzio che avvolge la violenza la Fnomceo ha creato un sistema integrato di gestione e di cure. Oltre le donne sono coinvolte anche le generazioni più giovani e indifese in una pericolosa spirale che può’ generare altre violenze e abusi.L’occuparsi di violenza in alcune date deve essere soprattutto l’occasione per un momento di monitoraggio e di progettazione verso una promozione dell’empowerment delle donne e di buone prassi per realizzarle, un modo per far incontrare e dialogare i generi, verso un’evoluzione complessiva della società. Lo scopo di tutte queste iniziative sta nella necessità di non lasciare sola chi ha subito violenza, quella di proporre percorsi di recupero per la persona che agisce la violenza, e quella di educare alla parità e alla percezione degli stereotipi. Senza dimenticare che la violenza è causata da quell’asimmetria di genere presente nelle relazioni sia private sia sociali.