Lombalgia, un disturbo invalidante. Cause e rimedi

Con il termine "lombalgia" si indica il dolore nella parte bassa della schiena
Con il termine “lombalgia” si indica il dolore nella parte bassa della schiena

La lombalgia, cioè il dolore alla parte bassa della schiena, molto di frequente provoca patologie invalidanti: un recente studio pubblicato sugli Annals of the Rheumatic Diseases (disease = malattia) la individua come la principale causa mondiale di disabilità. Tale studio si basa sull’elaborazione dei dati prodotti da un altro studio condotto quattro anni prima, il Global Burden of Disease (peso globale della malattia). 

Il Global Burden of Disease praticamente, per ogni tipo di malattia calcola gli anni di salute che essa fa perdere mediamente alle persone: tale misura si chiama indice DALY¹. Ad esempio, se una malattia rende le persone invalide mediamente a 61 anni, essa, considerando come aspettativa di vita media gli 81 anni, fa perdere in media vent’anni di salute e avrà un indice DALY pari a 20. La malattia con l’indice DALY più alto è, appunto, la lombalgia: circa una persona su dieci ne è affetta, e sembra che la zona dove essa è più frequente sia proprio la nostra Europa Occidentale. Essa è diffusa anche in Nord Africa ed in Medio Oriente, mentre le zone meno colpite sembrano il Sudamerica e le isole caraibiche.

Colonna vertebrale: vertebre e dischi

La colonna vertebrale
Ma vediamo quali sono le varie forme di lombalgia, le cause e i sintomi più frequenti e i rimedi più impiegati. La colonna vertebrale che attraversa la nostra schiena consiste, come si vede dalla figura sopra, di 33 vertebre. Le vertebre sono collegate fra loro da articolazioni, legamenti e capsule articolari e ogni coppia di vertebre è inoltre separata da un disco invertebrale, che è costituito all’ 85% da acqua e che ha l’importante funzione di redistribuire i carichi e di ammortizzare le sollecitazioni. Quando l’equilibrio tra le varie componenti della colonna vertebrale viene alterato, allora si aziona il dolore.

La lombalgia che dura poco …

La lombalgia si distingue tra acuta cronica. La lombalgia acuta di solito deriva da uno sforzo eccessivo, e si presenta all’ improvviso con un dolore lancinante che rende molto più difficoltosi i movimenti. Essa può essere causata da una lesione muscolare, articolare oppure discale, che ha come conseguenza un’infiammazione. Come molti altri tipi di dolore, il dolore da lombalgia acuta ha una funzione protettiva, ci impedisce di muovere in maniera eccessiva la parte infiammata. Esso può durare al massimo un mese, ma spesso con un opportuno trattamento farmacologico si può risolvere prima.

 … e quella che perdura

Quando il dolore perdura più di un mese, si parla di lombalgia cronica. Le principali cause del dolore cronico possono essere:
 
– Rottura di un disco invertebrale;
– Spondilosistesi. Soprattutto in età avanzata, può succedere di non riuscire a mantenere una posizione corretta della colonna, e questo può provocare lo slittamento/spostamento di alcune vertebre sopra altre; quando ciò accade, le ossa esercitano pressione sui nervi spinali provocando il dolore lombare.
– Fratture vertebrali dovute a traumi oppure ad osteoporosi;
– Stenosi spinale, una condizione dovuta al restringimento del canale vertebrale che esercita pressione sui nervi circostanti, e che è caratteristica anch’essa dell’età avanzata;
– Scoliosi, termine che indica una curvatura anomala della colonna vertebrale.
 
La lombalgia cronica, quando essa non è riconducibile a traumi, può dipendere da una condotta di vita troppo sedentaria; anche il fumo ed un peso corporeo eccessivo possono influire. Spesso, gli esperti sottolineano anche la componente psicologica del mal di schiena, insieme al fatto che alcuni pazienti tendono a “sfidare” il dolore anche prima di essere guariti e fanno movimenti che non dovrebbero fare.
 
Chiaramente, come sempre, prevenire è meglio che curare. Riassumiamo qui di seguito alcune delle principali raccomandazioni date dagli esperti (fonte: salute.uncome.it)

 Consigli per prevenire la lombalgia

1. Regolare la propria postura in modo che il peso venga distribuito equamente fra le due gambe;
2. Quando siamo seduti, scegliere delle sedie con lo schienale alto, e tenere la colonna vertebrale completamente appoggiata su di esso; tenere le ginocchia un po’ più in alto rispetto alle anche e non accavallare le gambe.
La posizione che va mantenuta quando si sta seduti al computer
3. Quando siamo in piedi, mantenere la schiena, le spalle e la testa dritta, il petto verso l’alto e, ancora, distribuire equamente il peso corporeo tra le due gambe.
4. Dormire su un fianco con le gambe piegate oppure a pancia in su e con le braccia tese lungo i fianchi. La posizione “a pancia in giù” invece è sconsigliata.
5. Quando si sollevano oggetti pesanti utilizzare i muscoli delle gambe, e non quelli della schiena.
6. Praticare attività sportiva regolare per tonificare la muscolatura del dorso.
7. Mantenere un peso vicino a quello standard.
 
¹ Disability Adjusted Life Years (attesa di vita corretta per disabilità).