Gli adolescenti che praticano il binge drinking, ovvero che si ubriacano consumando grandi quantità di alcol, corrono il rischio di subire danni cerebrali permanenti. A tale congettura, un team di ricercatori di università del Massachusetts e della Louisiana è arrivato facendo consumare grandi quantità di alcol, per due settimane consecutive, ad un campione di topi adolescenti. Tali topi hanno dimostrato, esattamente allo stesso modo degli adolescenti umani, di non disdegnare i piaceri dell’alcol: una volta capito che una certa levetta gli dava accesso all’alcol zuccherato, la premevano “ad libitum”. I topi vivono in media molto di meno degli uomini (2-3 anni) e quindi passano dall’età adolescenziale a quella adulta in pochi mesi; i ricercatori hanno quindi avuto modo di valutare in tempi molto rapidi gli effetti dei loro “stravizi adolescenziali” sulla loro vita adulta.
Danni cerebrali permanenti
In particolare, è stato scoperto che i topi appartenenti a questo campione, una volta raggiunta l’età adulta, presentavano livelli ridotti di mielina nella corteccia prefrontale. La mielina è una sostanza che circonda e protegge la maggior parte delle fibre nervose e garantisce un’alta velocità di trasmissione degli impulsi nervosi. I ricercatori hanno quindi fatto l’ipotesi che uno smodato consumo di alcol durante il periodo adolescenziale possa portare a un livello ridotto di mielina anche negli uomini, e di conseguenza ad un funzionamento meno efficiente della corteccia prefrontale, una regione cerebrale che riveste un ruolo essenziale nel controllo degli impulsi e nei processi decisionali. Per poter asserire con certezza che il meccanismo riscontrato nel cervello dei topi, si verifica anche nel cervello umano, saranno però necessari ulteriori e molto accurati esperimenti.
Binge-drinking, una pratica diffusa
L’ipotesi avanzata dai ricercatori americani è piuttosto allarmante perché la pratica del binge drinking si sta diffondendo sempre di più fra i giovani: in Italia si stima che essa interessi l’ 11% degli adolescenti maschi e l’8% delle adolescenti femmine. Ovviamente, tale deprecabile pratica non ha soltanto effetti a lungo termine, ma anche effetti immediati che possono mettere in pericolo chi consuma alcol, chi gli sta vicino e anche chi vi si imbatte casualmente, ad esempio lungo le strade. In quest’ articolo di alcuni mesi fa avevamo parlato delle conseguenze che può avere in generale un consumo smodato di alcol, è chiaro che quando agli effetti dell’alcol si uniscono anche l’inesperienza e l’irruenza caratteristiche della fase adolescenziale, le conseguenze possono essere nefaste.
Parecchi rischi per i giovani
Secondo il report “Alcohol use and abuse” pubblicato dalla Harvard Medical School, i rischi più seri nei quali possono incorrere i consumatori di alcol sotto i 21 anni sono: rimanere vittima di crimini violenti; restare coinvolti in incidenti stradali; soffrire di ansia e depressione; mettere in atto comportamenti violenti; commettere il suicidio; commettere stupri; avere rapporti sessuali non protetti oppure promiscui. A causa di quest’ultimo fenomeno, le ragazze adolescenti che bevono rimangono incinte più frequentemente della media; inoltre, il consumo smodato di alcol può indurre in loro disturbi del sistema endocrino, con ritardo del normale sviluppo puberale. L’ alcol può compromettere seriamente anche il rendimento scolastico oppure universitario: gli studenti che bevono sono otto volte più propensi della media ad assentarsi dalle lezioni, rimanere indietro con il programma, infortunarsi, causare danni alle strutture.
Informare i giovani
Il consumo smodato di alcol può quindi indurre negli adolescenti effetti deleteri sia a lungo termine, che a breve termine; per questo genitori ed insegnanti hanno il dovere, oltre che di dare il buon esempio, di spiegare ai ragazzi “a rischio” a quali conseguenze vanno incontro a causa dell’alcol. Qualche volta genitori e nonni incoraggiano i ragazzi a consumare alcol durante i pasti: secondo gli esperti ciò va evitato. Ma va evitato anche un atteggiamento troppo rigido: come scriveva la Dottoressa Assunta Martina Caiazzo, una specialista in Scienza dell’ Alimentazione purtroppo scomparsa di recente, sul sito alimentazionebambini.e-coop.it , un’eccessiva severità “può diventare per l’adolescente un invito al consumo per quella ribellione e voglia di sovvertire le regole propria dell’età“.