Una ricerca prevede che entro il 2018 ci sarà il boom del hi-tech indossabile
Se oggi diamo per scontati smartphone e tablet, presto saremo abituati alla tecnologia che non si porta, ma s’indossa. Un hi-tech che sarà sempre più invisibile e, paradossalmente, invasivo, visto che sarà sempre in contatto e in interazione con il nostro corpo attraverso sensori, realtà virtuale ed aumentata. Questo almeno è lo scenario che disegna Gartner, una delle maggiori società di consulenza per Information technology, per il nostro 2018. Con il debutto dei primi smart watch, ed in attesa della loro versione di Cupertino, abbiamo già avuto la conferma, grazie alla presenza massiccia di sensori biometrici e d’interazione con i dispositivi smart già esistenti, l’obiettivo è d’interfacciare sempre più il nostro corpo, oltre che la nostra persona, con la tecnologia. Fino al 30% dei dispositivi avranno queste caratteristiche secondo gli HI-Tech guru. Ma non finisce qui. La parte del leone, secondo Gartner, la faranno gli Hmd, gli Head Mounted Displays, a partire dalle Google Lenses per arrivare a Oculus Rift, il visore per la realtà aumentata che promette di rivoluzionare la nostra maniera di vedere il mondo.
Un futuro di oggetti connessi ai sensi per aumentare la percezione
“Già oggi ci sono alcuni sviluppi interessanti in fase di prototipo che potrebbe aprire la strada per oggetti indossabili di consumo in grado d’integrarsi perfettamente con l’ambiente – sottolinea Annette Zimmermann, direttore della ricerca di Gartner – come le lenti a contatto intelligenti [di novartis|google: NdR]. Un altro wearable su cui si punta sono i gioielli intelligenti . Ci sono circa una dozzina di progetti crowdfunded che competono in questo momento in questo settore, con sensori incorporati in gioielli per gli avvisi di comunicazione e gli allarmi di emergenza. E altrettanto numerosi sono gli indossabili invasivi già sul mercato, come gli occhiali intelligenti [google glass, NdR] ancora capaci di evolvere in nuovi progetti in grado stravolgere e potenziare le loro componenti e capacità tecnologiche”. Ci aspetta, insomma, un futuro di realtà indossata di cui sapremo sempre meno di fare a meno?
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