Addio alle badanti?
Un robot da compagnia per anziani, hanno titolato molti quotidiani italiani tra cui Il Messaggero, che potrebbe in futuro sostituire l’assistenza umana fornita dalle badanti. Avere in casa un robot da compagnia non sembra più uno scenario da fantascienza, ma l’obiettivo al quale si sta preparando uno dei laboratori di robotica più avanzati del mondo. «Abbiamo appena iniziato il progetto che tende a sviluppare tecnologie a basso costo, in teoria traducibile per fare dei robot prodotti da fabbricare in serie e in grado di entrare nelle nostre case», ha detto all’ANSA il direttore della iCub Facility dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova. La produzione in serie, dovrà naturalmente essere compito dell’industria e di chi vorrà investire su questo mercato. Prima di arrivare a questo sarà necessario avere i risultati del progetto appena avviato all’Iit e che potrebbe concludersi nell’arco di un anno e mezzo. Si sta lavorando sia sulle caratteristiche dei futuri robot-badanti sia per abbattere i costi, oggi insostenibili per quello che ha tutta l’aria di diventare il più sofisticato degli elettrodomestici. È all’Iit di Genova che è nato iCub, il “robot bambino” che sa imparare e “crescere”, dall’aspetto rassicurante e capace di muoversi autonomamente, camminando su gambe simil-umane.
La progettazione del robot assistente
Dicono i ricercatori che avrà sicuramente delle braccia, ma probabilmente all’inizio si muoverà su ruote per ridurre i costi. «Oggi un robot costa circa 250.000 euro ed è naturalmente fuori da ogni mercato. Robot di questo tipo possono essere utilizzati solo nei laboratori. Vorremmo arrivare ad un prodotto che non costi più di un’utilitaria, ossia sotto i 10.000 euro e se possibile anche meno». Per questo si stanno studiando nuovi materiali plastici da sostituire al metallo e si progettano componenti che sarà possibile produrre su larga scala». Saranno robot da compagnia pensati inizialmente soprattutto per le persone anziane, che nelle società avanzate sono destinate a diventare sempre più numerose, mentre sempre meno saranno giovani e adulti in grado di assisterle. «I robot ai quali stiamo lavorando saranno in grado di compiere semplici compiti, come prendere oggetti, raccoglierli da terra, portarli», spiega Metta. «Saranno – conclude – anche uno strumento di comunicazione, con funzioni molto simili a quelle di uno smartphone».