Ebola, le cure ci sono. Servono più operatori?

Malati di Ebola in un ospedale di Monrovia, in Liberia.
Malati di Ebola in un ospedale di Monrovia, in Liberia

I malati di Ebola che vengono curati in Occidente guariscono quasi tutti, ma in Liberia, Sierra Leone e Guinea purtroppo si continua a morire. La percentuale di decessi tra i pazienti curati nei paesi dell’ Africa Occidentale è pari al 70% circa, senza contare quelli che rimangono a casa. E’ chiaro quindi che la qualità delle cure erogate negli ospedali africani è mediamente più bassa: per quali motivi? Il dibattito tra i medici è molto acceso. Recentemente, l’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere, massicciamente impegnata nella cura dei malati, ha ricevuto diverse critiche per i metodi e gli strumenti impiegati. Varie importanti organizzazioni, tra le quali l’ Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno rimproverato Medici Senza Frontiere di non utilizzare una serie di accorgimenti che negli ospedali occidentali vengono impiegati con successo. In particolare, secondo queste critiche, i Medici Senza Frontiere fanno un uso troppo sporadico della reidratazione intravenosa, che reintroduce nel corpo i liquidi che i malati di Ebola tendono a perdere. Naturalmente la risposta dei Medici Senza Frontiere non si è fatta attendere: spesso applicare le cure più efficaci non è possibile perché gli operatori sanitari sono in numero troppo ridotto.

Organismi da reidratare

Vediamo in dettaglio in cosa consistono i metodi che negli ospedali americani hanno fatto guarire la totalità dei malati, e che in quelli europei ne hanno fatto guarire la maggior parte. Sul famoso giornale americano New York Times Paul Farmer, il fondatore di  Partners in Health, un’altra organizzazione umanitaria impegnata nella cura dell’ Ebola, spiega chiaramente il meccanismo alla base di tante morti:” Ciò che uccide la maggior parte dei malati di Ebola è una perdita massiccia dei fluidi vitali del corpo, fino a 10 litri al giorno, insieme alle proteine ed agli elettroliti. Questa perdita di liquidi avviene principalmente tramite il vomito e la diarrea.” 

Paziente sottoposto a reidratazione intravenosa

Farmer continua dicendo che non è vero che non esiste la cura per l’ Ebola: essa consiste nella reidratazione del corpo con fluidi ed elettroliti, nel trattamento delle infezioni secondarie (batteri in fuga dall’intestino oppure malaria), e, in qualche caso, dialisi e ventilazione assistita.

Il medico italiano guarito dall’ Ebola

I pochissimi pazienti trattati fino ad adesso in Europa e in America, giusto qualche decina, sono quasi tutti sopravvissuti grazie a questi metodi. Tra questi ricordiamo il medico italiano Fabrizio Pulvirenti, che aveva contratto il virus a novembre in Sierra Leone, dove operava per conto dell’associazione umanitaria Emergency. Prima che le sue condizioni diventassero gravissime, il dott. Pulvirenti è stato prelevato da un Boeing dell’ Aereonautica Militare Italiana e tempestivamente portato all’Ospedale Spallanzani di Roma, dove ha trascorso cinque settimane nel reparto di alto isolamento e sottoposto a cure intensive. Adesso è stato dimesso e dichiarato “completamente guarito”: il suo fisico è ancora un po’ provato, ma la sua tempra è rimasta la stessa e ha annunciato l’intenzione, tra qualche tempo, di voler tornare in Sierra Leoneper completare il lavoro che stavo svolgendo”

Il dott. Pulvirenti torna a sorridere dopo essere guarito dall’ Ebola

Il costo sostenuto dal nostro sistema sanitario per salvare il dott. Pulvirenti è stato di un milione di euro, si è trattato sicuramente di denaro ben speso, visto che la sua esperienza sia come medico che come paziente potrà essere utile per salvare ancora tante vite umane.

Medici Senza Frontiere: abbiamo poco personale

La risposta ufficiale di Medici Senza Frontiere alle critiche ricevute, viene data da Armand Sprecher su una pagina (seconda domanda, in inglese) del sito web dell’organizzazione. Sprecher riconosce che l’importanza della reidratazione del corpo dei malati è fuori discussione, e afferma che il metodo della reidratazione intravenosa è conosciuto ed impiegato da tutte le unità dell’organizzazione dislocate in Africa occidentale.

Medici Senza Frontiere in azione

Però, a mano a mano che il numero dei malati è cresciuto, si è verificato sempre più spesso che non ci fosse abbastanza personale per somministrare la reidratazione a tutti. Anche perché essa va accompagnata da un costante monitoraggio delle condizioni del paziente, e dalla prevenzione di altre infezioni. E’ capitato anche che alcuni operatori si sono ammalati di Ebola, scoraggiando gli altri operatori dallo stare troppo a contatto con i malati.

Sconfiggere il virus è possibile

Insomma, l’ Ebola è un virus decisamente curabile: quei pochi malati che vengono curati in Europa e in America, guariscono quasi tutti. Per combattere efficacemente il virus anche nei paesi del Golfo di Guinea occorre più personale, e occorrono strutture più moderne. Il messaggio per i governi occidentali è molto chiaro.