Creatività visionaria al nitrato d’argento in mostra alla Galleria il Fòndaco di via degli Zingari
Una sorta di memoir fotografico che racconta per immagini le mie memorie emotive legate alla Grecia, di cui mia madre era originaria, mia seconda casa
I ricordi dei periodi trascorsi in Grecia, fin dall’infanzia, si stratificano, si sedimentano, si confondono per rinascere in una veste nuova: diventa impossibile collocare cronologicamente gli episodi del passato in un luogo e un tempo definiti.
Stefano David, marzo 2015
Il bianco e nero analogico per ritrovare i ricordi dell’infanzia. Questo il senso di “Atomi. Paesaggi della memoria”, il nuovo progetto di Stefano David esposto dal 26 marzo presso la Galleria Fòndaco, a cura di Francesca Marino e Flora Ricordy. I luoghi della Grecia che il fotografo ritrae sono quelli della sua infanzia e delle sue origini. Bianco e nero e multiesposizioni la tecnica, la stessa di “Metropolis”, progetto già passato al Fondaco e in altri spazi espositivi, non solo in Italia, ed ora esposta, in selezione, presso lo spazio arte del Caffé Vanni di via Col di Lana 10. Questo Lavoro Fotografico è stato realizzato con pellicola HIE Kodak, pellicola ormai quasi completamente estinta. L’esposizione, ingresso gratuito, è aperta fino al 16 aprile, dal martedì al sabato con orario 10/19 ed una pausa tra le 13.30 e le 16.00.
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Con “Atomi” David sviluppa la sua ricerca e alla combinazione di strade e palazzi, che in “Metropolis” rappresentano la sua idea di città contemporanea, sostituisce emozioni e ricordi per descrivere veri e propri paesaggi della memoria.
In “Atomi” David sembra scolpire le immagini sovrapponendo diverse messe a fuoco e creando livelli di percezione visiva ed emotiva che conferiscono mistero e profondità a paesaggi familiari e comuni in cui anche il pubblico può facilmente ritrovarsi. Quasi fosse una narrazione fiabesca, i livelli sovrapposti inducono a destrutturare i parametri artificiali con i quali comunemente ci si rapporta nella percezione e nella fruizione delle immagini: la rappresentazione del luogo, la definizione del tempo e delle dimensioni reali, la forza di gravità che trattiene a terra. Così “Atomi” nella sua rarefatta definizione sembra invitare ad entrare in una dimensione atemporale, in intimità con l’anima e con la memoria, e, scardinando i canoni convenzionali, offre l’occasione di librarsi, viaggiare nel tempo, ritornare con la mente all’infanzia o comunque ad un passato senza tempo.