Un libro sul “colonialismo digitale”
Come cambia la lettura, il nostro modo di porre attenzione a ciò che leggiamo, con le tecnologie digitali è ormai una esperienza su cui molti posso raccontare. Il cosiddetto eJournalism è uno dei temi del libro di Roberto Casati “Contro il colonialismo digitale” in cui si legge: “La lettura è sotto minaccia, ce la stanno rubando. Da quando il libro è diventato un’applicazione e, quindi, un effetto collaterale della tecnologia, la lettura è privata della risorsa di cui più avrebbe bisogno: l’attenzione. Non sono rigidamente conservatore né luddista; sono per un uso negoziato delle tecnologie. Credere senza riserve all’idea che l’educazione passi per un oggetto come l’iPad (o concorrenti) che ha milioni di applicazioni super interessanti e super distraenti a tiro di click è come pensare di mettere mia figlia a scuola in una classe in cui è circondata da decine di televisori in stand-by di cui lei sa che stanno trasmettendo video divertentissimi, e che basterebbe un gesto, che dico, un pensiero, per vederseli tutti, magari anche tutti insieme”.
Anche la lettura diventa una “applicazione”?
Il segreto è nello sfruttare la versatilità fornita da Pc tablet e smartphone senza però ridurre l’atto stesso di leggere, col suo portato di concentrazione e piacere nel farlo, ad una applicazioni tra le tante. I cosiddetti nativi digitali hanno solo apparentemente una marcia in più e non sono sono persone tanto diverse da un sessantenne che impara con molta facilità l’uso del tablet: essere coetaneo dell’iPhone o dell’iPad non fa di nessuno una persona più intelligente e, quindi, con più conoscenza né tantomeno immune agli effetti, non sempre positivi, del multitasking. Nel libro si parla del ruolo delle scuole come di un ruolo fondamentale. Un primo passo, dice il saggista, sarebbe quello di aiutare a comprendere il funzionamento delle architetture informatiche, la ricerca scientifica e tecnologica, le strutture economiche e di potere dietro i prodotti di uso anche più comune. Insomma, “piuttosto che introdurre con affanno le tecnologie in classe, la scuola ha molto margine per insegnare a studiare le complessità non solo tecniche ma anche sociali e cognitive del design tecnologico”.
I libri per ragazzi sempre più in formato e-book
Secondo un’indagine Doxa Kids, all’interno del 30% delle famiglie italiane con bambini 0-13 anni che possiede almeno un tablet, ben l’82% di esse lo fa utilizzare ai più piccoli, più del cellulare (57%). I ragazzi sono i veri lettori forti italiani. Non è un caso che il mercato dei libri per ragazzi cresca di più rispetto alla media del settore. Cosa succede però alla lettura e all’ acquisto di libri per bambini quando il 30% delle famiglie italiane con bambini 0-13 anni possiede – secondo i dati di un’indagine di Doxa Kids – «almeno un tablet»? E quando viene fatto usare ai figli nell’82% dei casi? Uno strumento che permette al bambino con le varie App dedicate di entrare di più in storie – anche al confine con giochi più o meno educativi – e narrazioni. Il tablet si permette nell’82% dei casi, il cellulare solo al 57%.