Ecoreati, la nuova legge

Scarichi velenosi che vengono immessi in mare
Scarichi velenosi che vengono immessi in mare

Cinque nuovi reati di tipo ambientale introdotti nella legislazione italiana: finalmente, dopo tanti anni di sciagure ambientali, il Governo ha varato il decreto legge sugli ecoreati, che è stato approvato a larga maggioranza dal Senato lo scorso 19 maggio. Il Presidente del Senato Pietro Grasso ha scritto su Twitter: “Dopo anni di attese e ritardi il ddl ecoreati è finalmente legge”. Ma c’è anche chi non lesina critiche, sostenendo che tale decreto fornisce delle scappatoie a chi inquina. Vediamo in dettaglio il provvedimento e le sue implicazioni,

I cinque ecoreati

I cinque ecoreati introdotti sono i seguenti:

Disastro ambientale. E’ punito con la reclusione da 5 a 15 anni e può consistere in

a) Un’ “alterazione dell’ equilibrio di un ecosistema” che risulta irreversibile, oppure particolarmente onerosa da eliminare.

b) Un pericolo per l’incolumità pubblica, con pena commisurata sia all’estensione del danno ambientale, sia al numero di persone esposte al pericolo.

Uno dei disastri ambientali che recentemente ha suscitato più scalpore in Italia è quello causato dall’acciaieria Ilva di Taranto, che è stata accusata di emissioni nocive, di omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e avvelenamento di acque e sostanze alimentari.

Inquinamento ambientale. Viene punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con consistenti multe chi si rende colpevole di un deterioramento “dello stato preesistente dell’acqua e dell’aria, oppure di porzioni significative del suolo e del sottosuolo, oppure di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna”.

Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività. Viene, ancora, punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con consistenti multe chi scambia con altri materiale ad alta radioattività.

La Campania è segnata dalla piaga dei rifiuti ad alta radioattività, che causano malattie

Omesso controllo. Viene punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni chi tenta di eludere, oppure di ostacolare, l’attività di controllo e vigilanza ambientale.

Omessa bonifica. Viene punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con consistenti multe, chiunque non provvede alla bonifica di un luogo obbligatoria per legge, oppure in precedenza decretata dalla pubblica autorità.

Ambientalisti soddisfatti …

Il decreto legge sugli ecoreati ha diviso le associazioni ambientaliste, riscuotendo sia approvazioni che accese critiche. Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, ha dichiarato (fronte www.il giunco.it) “Questa è una giornata storica: dopo 21 anni gli ecoreati entrano finalmente nel Codice penale. D’ora in poi gli eco-mafiosi e gli eco-criminali non la faranno più franca“.

… e ambientalisti critici: quell’avverbio di troppo

Diversi ambientalisti, invece, tra i quali Gianfranco Amendola su Il Fatto Quotidiano, hanno posto l’accento sul fatto su una specifica frase del decreto legge, che recita: “Chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale è punito con la reclusione da 5 a 15 anni”.

L’ambientalista Gianfranco Amendola, 73 anni, di Roma

Secondo Amendola, questa frase fa sì che i disastri ambientali provocati dalle imprese in possesso di autorizzazione non siano punibili, e ciò mette al riparo un buon numero di imprese: le AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) vengono rilasciate dal Ministero dell’Ambiente a seguito di una procedura che si fonda in buona parte su dichiarazioni provenienti dalla stessa azienda, e che quindi non è molto efficace. Il ministro dell’ Ambiente Galletti replica dicendo che le autorizzazioni rilasciate contengono prescrizioni molto rigide, ma Amendola controbatte che in realtà, ancora, il controllo delle prescrizioni è “affidato, sostanzialmente, alle stesse aziende“.

In gioco la vivibilità del paese

Insomma, il dibattito è molto acceso: i prossimi mesi ci diranno quanto veramente il decreto varato dal governo sia efficace nello scoraggiare i reati contro l’ambiente, e nel punire i colpevoli. Sicuramente i molteplici disastri ambientali che hanno sconvolto l’ Italia, dai casi Eternit e Porto Marghera con molte persone morte per avvelenamento, ai rifiuti interrati nella piana di Sibari, alle alluvioni di Genova, delle quali abbiamo parlato ampiamente in quest’articolo, rappresentano una delle peggiori minacce alla vivibilità del nostro paese, e non devono più ripetersi.