Una legge senza copertura finanziaria
Una “legge ad patologiam” è il neologismo coniato dalla deputata PD Ilena Argentin per definire il testo appena approvato dal Senato dal titolo “Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie“. Sociale.it ha intervistato la deputato chiedendole le ragioni di questa perplessità.
La dichiarazione
“Ringrazio la relatrice, Paola Binetti, che ha fatto un ottimo lavoro in commissione Affari sociali. Questa legge ha sicuramente superato un’altra barriera culturale perché l’autismo e’ una patologia che porta una grande solitudine, di cui e’ fondamentale parlare e la direzione del testo è di occuparsi di autismo dalla diagnosi precoce al dopo di noi. Tuttavia si tratta di una legge-manifesto, tratta di temi già molto presenti in altri dettati legislativi in primis la Legge 104 e soprattutto di bisogni, evidenze e mancanza di diritti che noi cittadini disabili da molti anni andiamo a rivendicare nelle piazze. Un altro tassello per una battaglia culturale, sempre necessaria, per i diritti dei disabili ma nulla di più. Infatti in una questa legge di indirizzo culturale purtroppo non è previsto un solo euro da destinare alle famiglie alle quali dico: non abbiate aspettative di veder cambiato il vostro quotidiano con un figlio affetto da autismo, questa legge non fornisce risposte in tal senso”.
No a leggi per singola patologia
La Argentin si è detta contraria anche al fatto che ci siano singole leggi che si occupano di singole patologie. “Parliamo di autismo ma stiamo dimenticando il ritardo mentale e cognitivo, che a volte presentano disturbi della sfera dell’autismo e a volte no”, ha sottolineato la deputata. “Incominciamo a immedesimarci con il disagio. Io credo che oggi dovremmo essere un po’ piu’ umili, pensando che questa e’ una legge importante ma io sono qui a rappresentare il disagio e non posso far finta che non ci siano problemi”.