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Cure odontoiatriche in calo a causa della crisi

Cure odontoiatriche in calo per la crisi
Cure odontoiatriche in calo per la crisi
Cure odontoiatriche in calo per la crisi

Un focus dell’Istat.

Cure odontoiatriche in calo con la crisi. L’85% di chi rinuncia al dentista lo fa per motivi di mancanza di liquidità secondo un focus dell’Istat. Nel 2005  la percentuale di persone che si rivolgevano al dentista erano il 39,3%. Nel 2013 sono scesi al 37,9%. L’85% di chi rinuncia lo fa per motivi economici. Aumentano, dal 24% al 29,2%, le persone che hanno dilazionato. Diminuisce il ricorso ai dentisti in libera professione, ma la copertura pubblica rimane invariata al 5%.  Le cure odontoiatriche hanno subìto più delle altre una flessione negativa negli anni della crisi economica.E’ invece in aumento, dal 24,0% al 29,2%, la percentuale di persone che hanno dilazionato le visite in un arco temporale più lungo, da 1 a 3 anni.

E’ in diminuzione anche il numero di trattamenti effettuati: le persone che si sono sottoposte ad un solo tipo di trattamento nell’anno sono il 70,7% (49,3% nel 2005). Diminuisce il ricorso ai dentisti che esercitano la libera professione (la percentuale passa dal 34,7% nel 2005 al 32,3%), mentre rimane molto contenuta la quota coperta dal settore pubblico o convenzionato, pari al 5% e stabile rispetto al 2005.  Sul totale di chi rinuncia alle visite, i motivi economici incidono per l’85,2%.

Il sud Italia ancora più svantaggiato

Lo svantaggio del Mezzogiorno è molto evidente: solo il 27,7% della popolazione di 3 anni e più ha fatto ricorso alle cure odontoiatriche (rispetto alla media nazionale Del 37,9%; inoltre è più alta la quota di chi rinuncia per motivi economici. Per le visite per prevenzione o per la pulizia dei denti professionale, azioni consuete in tempi in cui la crisi non era così grave, la quota di persone rilevata nel Meridione (16,1%) è la metà di quella del Nord (30,7%), mentre è doppia rispetto al Nord la percentuale di coloro che non sono mai stati da un dentista (12,1% contro 6,2% ). A livello nazionale migliora complessivamente la salute dei denti rispetto al 2005. La quota di persone di 14 anni e più che conservano tutti i propri denti naturali (28) passa dal 37,8 al 41,4%, mentre coloro che hanno perso tutti i denti naturali si riducono dal 12,0 al 10,8%.

Gli indicatori utilizzati

Per tutti gli indicatori di accesso alle cure e della salute orale hanno notevole peso le diseguaglianze sociali. Il ricorso al dentista nell’anno supera il 50% tra le persone con titolo di studio alto e scende al 27,6% tra chi ha conseguito al massimo la licenza media. Le persone anziane senza alcun dente naturale sono il 17,9% tra coloro che hanno almeno la laurea e il 41,6% tra quanti hanno un basso titolo di studio.
Si riduce dal 39,4% del 2005 al 34,0% del 2013 la quota di bambini  che addirittura non sono mai stati dal dentista, percentuale che scende al 32,2% per quelli con almeno un genitore laureato e sale al 41,5% se i genitori hanno al massimo la licenza media. Tra i bambini stranieri raggiunge il 46,3%.

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