Dibattito in Parlamento sulle agevolazioni per le imprese
Il testo della Legge sull’ Agricoltura sociale è stato approvato alla Camera e probabilmente sarà legge entro l’autunno.
Secondo il vice ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Andrea Olivero si tratta di un risultato positivo atteso ormai da anni da un settore diffuso in Italia che rende circa 200 milioni di euro di fatturato l’anno.
La legge infatti definisce le attività di agricoltura sociale come quelle svolte dall’imprenditore agricolo per l’ inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati, disabili e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale, l’integrazione dei servizi sociali delle comunità locali, le prestazioni di servizi terapeutici attraverso l’ausilio di animali e iniziative di educazione ambientale e alimentare.
Le attività riconosciute
Le attività potranno essere sostenute e valorizzate tramite strumenti specifici, come i Piani di sviluppo rurale che sono in fase di definizione in tutte le regioni italiane ed il Fondo sociale per sostenere questa forma di welfare.
Secondo Olivero non è una legge sociale o assistenziale, ma configura la responsabilità sociale del comparto agricolo in direzione dell’economia sociale di mercato, in connessione anche con la Riforma del Terzo Settore.
Ogni imprenditore potrà svolgere le attività anche in associazione con imprese e cooperative sociali, con associazioni di promozione sociale e di volontariato con la stretta collaborazione dei servizi socio-sanitari territoriali.
Positivo anche il giudizio del Forum nazionale agricoltura sociale, anche se per Ilaria Signoriello, portavoce nazionale del Forum, vi sono alcuni margini di miglioramento per rendere possibili una filiera propria e di un marchio a carattere nazionale, oltre all’assegnazione dei beni confiscati.
Quali cooperative sociali?
Ma nello stesso tempo vi è la delusione da parte di alcuni esponenti della cooperazione sociale, per l’emendamento al comma 4 dell’art. 2 che prevede per le cooperative la possibilità di essere riconosciute se il fatturato derivante dall’esercizio delle attività agricole sia prevalente o comunque superiore al 30%.
In questo modo sono escluse le attività di agricoltura sociale svolte dai centri di cura ed accoglienza di disabili, tossicodipendenti o persone salute mentale.
Giuseppe Guerini, portavoce di Alleanza Cooperative Sociali, auspica una modifica per parametrare le agevolazioni alle cooperative sociali alla quota di fatturato relativa alla produzione agricola.
Intanto prosegue fino al 3 agosto 2015 la VIII edizione del “Festival dell’impegno civile/Le terre di don Peppe Diana”, realizzata sui beni sottratti alla criminalità organizzata, promossa dal Comitato don Peppe Diana e da Libera con associazioni e cooperative attive per l’integrazione in Campania.