Samuel Marchese e Martino Florio, due disabili siciliani che non possono usare le gambe, compiono l’impresa di attraversare l’Italia in handbike.
Sfidare le proprie disabilità, montare sulla handbike e attraversare tutto lo stivale da Siracusa a Milano. Stiamo parlando di due disabili siciliani, Samuel Marchese e Martino Florio, che dal 15 luglio al 14 agosto hanno portato a termine l’impresa a coronamento di un cammino lungo e faticoso, anche a causa del caldo torrido che ha caratterizzato quest’estate. Introduciamo subito i due personaggi, uno giovanissimo, l’altro più maturo. Samuel è un sedicenne di Siracusa affetto da spina bifida, una malformazione congenita che preclude l’utilizzo degli arti inferiori; Martino è un 49enne di Acireale che ha anche lui le gambe paralizzate a causa di un incidente stradale e che però si è già distinto nello sport per disabili: nel 2006 si è immerso a 51 metri di profondità subacquea, stabilendo il record mondiale per la sua categoria.
Un cammino lungo e difficile
Insieme ad altre tre persone che alla fine non sono riuscite a completare tutto il percorso, il 15 luglio Samuel e Martino sono dunque partiti da Siracusa con la loro handbike, che è un tipo di bicicletta che non si pedala, ma che, come si vede nella foto qui sotto, viene controllata tramite un paio di manovelle.
I due disabili siciliani hanno risalito inizialmente la loro isola, poi la penisola lungo un cammino caratterizzato da difficoltà di vario tipo: non è stato solo il caldo a rendere problematico il viaggio di Samuel e Martino, ma anche la necessità di contenere le spese. Finché stava in Sicilia, addirittura, ogni giorno il gruppo percorreva la tappa stabilita e poi, per risparmiare sui costi dell’alloggio, tornava in automobile a Siracusa.
Le istituzioni ricevono Samuel e Martino … coda di paglia?
Nel corso del viaggio, però, gli atleti hanno trovato anche strutture disposte ad ospitarli gratis, e molto di più: in molte città sono stati ricevuti dalle autorità istituzionali, fino ad arrivare addirittura al Papa e al Presidente della Repubblica. Osserviamo però che alle istituzioni locali e nazionali non basta certo ricevere singoli individui pur degni di merito per dimostrare di essere vicine al mondo dell’ handicap: anzi, si può dire che i disabili italiani che ottengono risultati sensazionali, come Samuel, come Martino, come Alessio, il campione di scacchi del quale abbiamo parlato in quest‘articolo, spesso riescono a farcela nonostante la lontananza delle istituzioni, che spesso non ascoltano i cittadini disabili, dirigono male le risorse, favoriscono interessi privati, infrangono la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
La disabilità non esiste …
Infine, il 14 agosto, Samuel e Martino sono arrivati a Milano presso Cascina Triulza, un’antica costruzione rurale che ospita il Padiglione Expo dedicato alla Società Civile. Alla fine, hanno percorso 800 chilometri.
Appena tagliato il traguardo, Samuel ha dichiarato: “La disabilità non esiste, noi con la forza di volontà e la determinazione ci fissiamo un obiettivo e lo raggiungiamo. Tutti possiamo farcela“. E poi, rivolgendosi ai normodotati quasi in tono di sfida: “Voglio mandare un messaggio a chi non ha la volontà di affrontare la vita: se ce la facciamo noi, qual è la tua scusa per non farlo?“.
… all’interno di determinati confini?
Nelle parole di Samuel si avvertono chiaramente l’entusiasmo e l’irruenza caratteristiche della giovane età, noi siamo un tantino più prudenti e affermiamo che la disabilità esiste e spesso pone dei limiti concreti: esistono però sicuramente delle zone, più o meno estese, all’interno delle quali le persone disabili sono di fatto uguali agli altri. Ad esempio, per Samuel e Martino i viaggi, anche avventurosi, anche in condizioni climatiche difficili, non sono certo un problema: quante persone normodotate affronterebbero, nel bel mezzo di un’estate così torrida, un viaggio in bicicletta da Siracusa a Milano? Però in altri frangenti della vita quotidiana, come quello ad esempio di entrare da soli in un edificio senza ascensore, non sono proprio uguali agli altri. Indubbiamente, l’estensione della zona all’interno della quale, per ciascun individuo, la disabilità non esiste, dipende da molti fattori: la serietà dell’ handicap, la determinazione dell’individuo e le sue scelte di vita, i mezzi a sua disposizione e, infine, il luogo nel quale si vive e la serietà di chi lo governa. Di certo, la media dei disabili italiani non è messa tanto bene da questo punto di vista.
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