Il modo giusto di affrontare Uber: a New York i tassisti rinnovano flotta e servizio. Spesso, invece, si tenta di affossarlo per vie legali, mirando a preservare un sistema antiquato
In quest’articolo di due mesi fa abbiamo parlato del blocco di UberPop da parte del Tribunale Civile di Milano, una sentenza che indubbiamente va contro l’efficienza e la modernizzazione dei servizi di trasporto privato e che va, invece, nella direzione della conservazione del sistema delle licenze, del quale avevamo parlato ampiamente in quest’altro articolo di un anno fa. Anche a New York le proteste e le pressioni dei tassisti sono state molto energiche; la differenza è che alla fine il sindaco Bill De Blasio, che inizialmente era sembrato venire loro incontro, alla fine non ha ceduto alle pressioni e ha rinunciato all’idea di porre dei limiti ai servizi a prenotazione on-line come Uber. Allora, in assenza di un’autorità che blocchi la concorrenza, cosa rimane da fare ai tassisti di New York? L’unica strada per rimanere a galla é quella di attrezzarsi e cercare di contrastare la concorrenza sul piano della qualità e dell’efficienza. Vediamo come lo stanno facendo.
Minivan confortevoli e moderni
Gradualmente, ai vecchi taxi di New York, prevalentemente delle auto Ford Crown Victoria, stanno subentrando dei moderni e spaziosi minivan della Nissan. A tutt’oggi, 800 di questi minivan sono già in circolazione per le strade di New York; si prevede che verranno rinnovati mediamente 2600 taxi all’anno e, secondo la Nissan, entro il 2017 l’intera flotta di taxi di New York sarà composta da minivan. Il nuovo modello non è soltanto più spazioso, ma ha anche una serie di caratteristiche che vanno tutte a vantaggio del comfort del cliente.
Questi può regolare a piacimento la temperatura del suo abitacolo, che a New York è separato da quello del guidatore; può aprire il tettuccio e beneficiare del sole e dell’aria fresca, quando ci sono; può ricaricare il suo cellulare in apposite prese e parlare al telefono.
App per prenotare il taxi via smartphone
I taxi di New York si stanno attrezzando anche dal punto di vista della raccolta delle chiamate/prenotazioni, il punto forte di Uber e compagnia. Infatti il 2 settembre è stata lanciata in via sperimentale su 7000 taxi l’applicazione per smartphone Arro, che, proprio come le applicazioni impiegate da Uber, geolocalizza gli utenti e invia loro il taxi più vicino.
Invece di accusare Uber di “concorrenza sleale” come fanno molti tassisti, nell’era dell’informatica è tanto difficile attrezzarsi in maniera analoga e creare, parimenti, applicazioni che consentano ai clienti di chiamare/prenotare i taxi con un solo click? In realtà, anche molte compagnie di taxi italiane si stanno attrezzando in questo senso: le applicazioni Qui Taxi, appTaxi, ecc., sono scaricabili da Google Play e ciascuna di esse permette di raggiungere un vasto insieme di compagnie disseminate qua e là sul territorio italiano, e di prenotare un loro taxi.
Uber rappresenta l’innovazione, le leggi vanno cambiate
Ci auguriamo che, con il passare del tempo, i tassisti che non guardano solo all’interesse della propria categoria e che decidono di affrontare Uber solamente sul piano della qualità, aumentino sempre di più. Uber e compagnie analoghe rappresentano un grande stimolo all’innovazione del trasporto privato, e non possono essere affossati sulla base di leggi vecchie e anti-progressiste, ma semmai contrastati secondo le leggi del mercato. Le istituzioni devono favorire questa tendenza all’innovazione, modificando se necessario le vecchie regolamentazioni al fine di “sdoganare” Uber: il Comune di New York alla fine l’ha fatto, il governo italiano non lo sta facendo. Al limite, nello smantellare il vecchio sistema delle licenze a peso d’oro, si può pensare, per quanto possibile, ad attutire un po’ i danni per tutti quei tassisti che avevano investito ingenti risorse su di esso. Di quest’opinione è il filosofo Massimo Cacciari, che ha dichiarato al Foglio: “Se il tassista paga duecento, trecentomila euro una licenza, non si può stabilire di punto in bianco che questo sacrificio è stato completamente vano. Bisogna pensare a delle forme di compensazione, ogni innovazione deve essere regolata, governata, non può avvenire così a caso come avviene da noi.”
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