Un hashtag in aiuto di chi è in marcia.
Su Facebook e Twitter gli utenti danno ai profughi in marcia consigli su quali sono le rotte da seguire e quelle da evitare, Ungheria in testa . Già nei giorni scorsi la decisione dell’Ungheria di chiudere il confine con la Serbia ha spinto un gruppo attivo su Facebook che si definisce “Avoid Hungary – Migration News” (Evitate l’Ungheria – Notizie sui migranti) a mettere a disposizione della rete una mappa con percorsi alternativi che, per mezzo di volantini, viene distribuita ai migranti già al confine meridionale tra Grecia e Macedonia. Sulla mappa vengono indicati itinerari per evitare l’Ungheria e uno di essi indica il territorio della Croazia e più precisamente la regione della Slavonia, al confine con la Serbia. Già dall’alba sono partiti autobus carichi di migranti giunti dalla Macedonia con esposto sul parabrezza non più il cartello “Beograd” o “Horgos” ma “Sid”, il posto di confine tra Serbia e Croazia.
Notizie che cambiano di minuti in minuto
Nella marcia dei richiedenti asilo lungo l’Europa tenersi aggiornati è tutto. Le notizie variano di minuto in minuto, e può capitare di fare chilometri a piedi salvo poi trovare, come accade tra Serbia e Ungheria, un muro che impedisce di continuare il cammino. Tramite i social, dai vari Paesi di passaggio, c’è chi tenta di informare in tempo reale chi in queste ore sta cercando di raggiungere i Paesi del Nord Europa e ha uno smartphone con sé. Le parole d’ordine al momento sono: “Avoid Hungary”, Evitare l’Ungheria. Con questo nome è nata sia una pagina Facebook, Avoid Hungary – Migration News, sia un hashtag su Twitter, da seguire per avere informazioni sulle porte girevoli dell’Europa. E ora che la rotta si è spostata in Croazia, c’è chi ha già creato la pagina: Dear Refugees: Welcome to Croatia, con le informazioni su dove trovare assistenza. Le autorità croate hanno inviato alcuni esperti di sminamento vicino al confine con la Serbia, per il timore che possano esserci esplosioni per ciò che rimane dei campi minati della guerra del 1991-95. Secondo il sito della Cnn, che cita il Centro di azione sulle mine croatoo (Hcr), sono “circa 51.000” le mine delle guerre balcaniche degli anni Novanta ancora interrate in Croazia. Il governo di Zagabria sostiene però che i campi minati sono chiaramente indicati da grandi cartelli. Un consulente del Centro anti-mine ha detto che il suo Ufficio ha esortato i migranti a seguire le strade ed evitare i boschi.