Nuove cure e nuovi costi
Farmaci innovativi e nuovi scenari di cura: con le nuove cure arriveranno anche nuovi costi, e le casse pubbliche potrebbero non essere pronte ad affrontarli. Secondo gli esperti il sistema sanitario italiano potrebbe non essere in grado di reggere la sfida economica posta dai farmaci innovativi che si prevede arriveranno sul mercato nei prossimi 10 anni. A sollevare il dubbio sono le stime di I-Com-Istituto per la competitività, che nel suo rapporto “La Grande Scommessa dell’Innovazione Farmaceutica” ipotizza tre possibili scenari che mostrano chiaramente come siano sufficienti variazioni di pochi decimi di punto percentuale nel tasso di crescita medio annuo della spesa farmaceutica perché i costi aumentino di molte centinaia di milioni di euro. Ad oggi la spesa sanitaria pubblica italiana si colloca ancora al di sotto della media europea e i costi direttamente a carico dei cittadini sono fra i più elevati nell’Unione. Nello scenario di base ipotizzato da I-Com nel 2019 potrebbe raggiungere i 28,8 miliardi di euro. Se, però, il tasso di crescita medio annuo sarà in linea con la stima IMS Health per i primi 5 paesi dell’Unione (+2%) la spesa arriverebbe fino a 29,4 miliardi. Nel terzo scenario, quello in cui la crescita è in linea con la stima dell’Economist Intelligence Unit per l’Europa occidentale (+2,2%), i costi salirebbero ulteriormente fino a toccare i 29,7 miliardi.
Razionalizzare la spesa sanitaria
Alla luce della situazione attuale appare chiaro come tutto ciò rappresenti una grande sfida per il sistema sanitario italiano. Già oggi, infatti, è stato necessario controllare e razionalizzare la spesa farmaceutica, processo che nel 2014 ha portato i cittadini a spendere di tasca propria oltre 8 miliardi di euro per acquistare dei farmaci oltre ai 14 miliardi spesi dal sistema sanitario per far fronte alla spesa farmaceutica territoriale. L’aumento dei costi sembra però inevitabile. Secondo il presidente di I-Com, “di fronte all’ondata di farmaci innovativi a cui assisteremo nei prossimi, la scelta per i protagonisti della filiera della salute è duplice e senza appello: mettere a punto un sistema di governance condiviso, accettando la sfida dell’innovazione, oppure soccombervi rinunciando alla sostenibilità del SSN o al suo carattere universalistico”. “E’ su questo banco di prova che le istituzioni dovranno cimentarsi, nell’individuare un possibile equilibrio tra le ragioni dell’innovazione e del diritto alle cure e quelle dei vincoli di bilancio – aggiunge Integlia – In questo modo, si potrebbe far fronte allo shock del fabbisogno di spesa sanitaria che nei prossimi 10 anni sarà prodotto proprio dall’introduzione di nuove possibilità di cura. Su questo terreno si baserà la capacità per le istituzioni di recuperare fiducia e credibilità agli occhi dei cittadini”.