La cultura dell’accessibilità dovrebbe essere un diritto garantito per tutte le persone disabili ma sappiamo bene che spesso non è così.
Per questo ci piace stupirci positivamente nel dare notizia dell’inaugurazione di due nuovi percorsi accessibili in musei sul territorio italiano che si sono attrezzati in tal senso.
Fare un elenco dei musei italiani e stabilirne il grado di accessibilità è un’impresa complessa, perché bisogna tener conto anche della differenza fra chi al museo ci va in carrozzina e chi, per esempio, lo raggiunge con le sue gambe ma non può vedere.
L’adeguamento più recente viene da Trieste, dove è nato il progetto ‘Museo accessibile’, realizzato da Trieste Integrazione Anffas e Comune di Trieste con il Museo civico di Storia Naturale. Il progetto pende spunto ed ispirazione interamente dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
I responsabili della struttura si sono accorti che il problema non riguardava tanto le barriere architettoniche, quanto i testi. Chi ha difficoltà di lettura e apprendimento necessita sempre dell’accompagnamento di un mediatore che ne illustra e semplifica i contenuti. Così è nata la sfida di tradurre le informazioni contenute in alcune sale in un linguaggio facile da leggere. Oggi il percorso include già i reperti più significativi: la sala paleontologia con il Dinosauro Antonio, la sala dell’evoluzione dell’uomo con la mandibola di Lonche e la sala degli squali con il gigante Carlotta.
La Fondazione Lucia Guderzo ha inaugurato di recente il Museo italiano delle tecnologie per disabili visivi, ospitato a bordo della chiatta di ‘Dialogo nel Buio’ di Genova. Si tratta di un percorso multisensoriale, in totale assenza di luce, con i visitatori accompagnati da guide non vedenti. Un viaggio nel tempo per ripercorrere le tappe dell’evoluzione tecnologica a favore dei disabili. Sono esposte le macchine da scrivere braille, i primi dispositivi informatici di interfaccia con il computer, i videoingranditori di un tempo. Tutto materiale degli anni ’70 e ’80 che proviene dall’Italia, dall’America e da diversi paesi europei come Germania e Svezia. Un posto speciale è riservato all’Optacon, il primo strumento che, con una telecamera e una matrice di 144 aghi, permetteva ai non vedenti di leggere con il dito indice i caratteri a stampa e quelli manoscritti.
Dobbiamo anche dire che dei forti segnali di cambiamento sono in atto un po’ in tutta Italia. Matera, eletta Capitale della Cultura 2019, è stata teatro di un meeting sul tema dell’accessibilità, al termine del quale si è arrivati al Manifesto di Matera, di cui avevamo già precedentemente parlato in un altro nostro articolo . Tantissimi oggi i progetti e le organizzazioni che lavorano in questa direzione.
Proprio in queste ore il Museo tattile Omero di Varese sta lanciando una campagna di crowdfunding per la realizzazione di alcuni modelli tattili in legno di Castelseprio, per permettere a tutti di “vedere” il sito Unesco anche con le mani.
Sono numerosi i musei che offrono percorsi tattili o comunque riservati a disabili.
Il Galata Museo del Mare di Genova, il Museo civico di Mantova con otto bassorilievi prospettici e le schede di sala con spiegazioni in tre versioni (nero normale, nero ipovedente e braille), oltre al plastico tridimensionale della Camera dei giganti.
Il Museo tattile di pittura antica e moderna ‘Anteros’ di Bologna raccoglie trasposizioni tridimensionali con la tecnica del bassorilievo prospettico di opere pittoriche tra le più rappresentative della storia dell’arte, divise in 5 sezioni.
Nel Museo degli Strumenti musicali del Castello Sforzesco a Milano è invece attivo un laboratorio progettato per il coinvolgimento di persone con disabilità cognitive.
Ancora a Milano il Museo nazionale della Scienza Leonardo Da Vinci e la Fondazione De Agostini portano avanti il progetto ‘Scienzabile’ con attività di laboratorio a cui partecipano insieme persone con e senza disabilità.
Sempre più strutture offrono dunque dei percorsi alternativi come per esempio la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo, dove si organizzano su richiesta anche visite guidate nella lingua dei segni.
Ricordiamo come anche i siti archeologici si stanno promuovendo per l’adeguamento a percorsi accessibili. Recentemente abbiamo parlato in un altro articolo su sociale.it dell’inaugurazione di un percorso accessibile che attraversa i Fori Imperiali, il Foro di Traiano, il Foro di Cesare e in parte il Foro di Nerva, per un viaggio di qualche ora nella storia di Roma.