I farmici per l’apparato cardiovascolare quelli più usati
Il Rapporto OsMed sulle spese per i farmaci degli italiani del 2014 dice che 26,6 miliardi totali 4 son stati destinati all’acquisto di medicinali per l’apparato cardiovascolare. Quelli cardiovascolari sono i farmaci più utilizzati dagli italiani, o, quantomeno, quelli per cui vengono spesi più soldi. Secondo il Rapporto, presentato in questi giorni a Roma ben oltre 4 dei 26,6 miliardi di euro spesi in Italia lo scorso anno per comprare farmaci sono stati destinati proprio all’acquisto di un medicinale appartenente a questa classe. Ogni giorno ne vengono infatti utilizzate 536 dosi ogni 1.000 abitanti. La classifica dei consumi prosegue con i farmaci per l’apparato gastrointestinale e il metabolismo (255,5 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti), quelli per il sistema nervoso centrale (165,1 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti) e quelli per l’apparato respiratorio (5,4 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti), mentre al secondo posto per spesa si collocano i farmaci antineoplastici e immunomodulatori, per cui sono stati spesi 3,934 miliardi di euro. Questi medicinali restano però quelli a maggior impatto sulla spesa pubblica, ammontante nel loro caso a 3,899 miliardi di euro. Nel 2014 il 75% dei costi per i farmaci è stato rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale. La spesa territoriale è diminuita dello 0,1% rispetto all’anno precedente, tanto quanto quella a carico dei cittadini, mentre la spesa pubblica è diminuita dello 0,2%. A incidere sulle tasche dei cittadini sono state le spese in compartecipazione e per i medicinali di automedicazione, aumentate rispettivamente del 4,5 e dello 0,2%, mentre è diminuita la spesa per l’acquisto privato di farmaci di classe A (-1,9%) e per i medicinali di classe C con ricetta (-1,6%). Ad aumentare sono state anche la spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche (+4,8%) e quelle per i farmaci in distribuzione diretta e per conto, pari al +8,2%. La spesa farmaceutica convenzionata netta è invece diminuita del 3%.
Uso degli antibiotici
Per quanto riguarda gli antibiotici, spesso accusati di un uso inappropriato, la situazione è disomogenea sul territorio nazionale. In generale spesa e consumo di antibiotici sono diminuiti nel 2014, facendo registrare rispettivamente il -2,8% e il -3%. In Campania se ne consuma però il 24,2% in più rispetto alla media nazionale; fra le regioni poco virtuose sono poi da includere Puglia, Calabria e Basilicata, mentre la Provincia autonoma di Bolzano si distingue con un consumo inferiore del 28% rispetto alla media nazionale. Nel caso di altri farmaci è aumentata l’aderenza alle terapie a base di antipertensivi (+0,2%) e di antidepressivi (+0,7%). La quota che utilizzano occasionalmente farmaci contro la depressione è invece diminuita dell’1,6%. In questo panorama, il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco sottolinea l’importanza della promozione del corretto utilizzo dei farmaci in qualsiasi contesto assistenziale. “La spesa farmaceutica nazionale ha rappresentato l’1,6% del Prodotto Interno Lordo, in linea con quanto osservato negli anni precedenti – ha dichiarato alla stampa– a significare che le politiche adottate dall’Aifa, a partire dai meccanismi di rimborsabilità condizionata, sono risultate efficaci nel garantire l’accesso ai nuovi medicinali, molto spesso a costi molto elevati, rispettando al contempo i vincoli di spesa. L’arrivo dei nuovi farmaci pone e continuerà a porre nel prossimo futuro importanti sfide per le Agenzie regolatorie che devono dotarsi di sistemi sempre più raffinati ed efficaci per governare la spesa farmaceutica e garantire l’appropriatezza d’uso dei farmaci“.