Cambi di appalto: si cambia
Novità per i Call center, è stata approvata la norma sui cambi di appalto. La decisione assunta dal Governo di intervenire con una norma che metta fine alle gravi crisi occupazionali che si sono registrate negli ultimi anni, attraverso l’approvazione in commissione di una norma ad hoc, sta di fatto aprendo una fase di riflessione interna a tutti i soggetti interessati. In questo modo anche Asstel, l’associazione che si era detta contraria all’adozione del provvedimento, ha ritenuto necessario aprire un confronto che ha portato alla condivisione di un emendamento che da un lato introduce certezza (il testo prevede che il rapporto di lavoro prosegua con il nuovo fornitore di servizi) e dall’altro assegna un ruolo fondamentale alla contrattazione. Il testo approvato nei giorni scorsi dall’aula della Camera è il frutto di un lavoro congiunto tra i soggetti interessati, committenti, aziende fornitrici del servizio e organizzazioni sindacali.
Le clausole sociali
Si parla di nuovo di clausole sociali, come spesso il nostro Sociale.it ha fatto anche in riferimento alla gara dei servizi di prenotazione sanitaria nella regione Lazio. Ma cosa sono le “clausole sociali” del mancato rispetto delle quali si sta parlando molto anche riguardo alla gara del Cup della Regione Lazio? Si tratta di quelle condizioni apposte dalla Pubblica Amministrazione nelle vesti di stazione appaltante, che esulano dai consueti principi economici, inserendo limitazioni di carattere sociale per la partecipazione al bando di gara. In Italia la normativa di riferimento è la legge n.381/91 che istituisce le cooperative sociali e che al comma 5 sancisce la possibilità per le P.A. di derogare alla disciplina dei contratti della pubblica amministrazione per le commesse sotto soglia, prevedendo la stipula di convenzioni con le cooperative sociali svolgenti attività diversa da quella socio-sanitaria ed educativa. Tale norma viene poi ripresa dall’art. 52 del Codice dei contratti. La necessità di introdurre clausole sociali che allineassero l’Italia al resto dei Paesi europei è stato un tema sostenuto attraverso due scioperi nazionali, la notte bianca dei call center, una raccolta firme dei sindacati che in meno di un mese ha raccolto 18.000 firme e numerosissime iniziative che si sono tenute in tutto il territorio nazionale, ha finalmente trovato uno sbocco positivo. Ora però si deve aspettare che il Senato approvi il testo definitivo. I lavoratori, una volta approvata la norma in via definitiva dal Senato, potranno forse non sentirsi più soggetti a rischio continuo di vedersi recapitare lettere di licenziamento per meri interessi speculativi legati ai cambi di appalto. Anche il mercato potrebbe averne beneficio. Da oggi le gare saranno vinte dalle imprese in grado di offrire migliore qualità e efficienza, disponibili quindi a investire in innovazione e ricerca, e non da quelle che in maniera spregiudicata vincevano unicamente attraverso la cancellazione dei diritti.