Federsolidarietà e Legacoop si impegnano con le imprese associate
Il mondo della cooperazione sociale è scosso da mesi da diversi problemi connessi con la legalità, derivanti da comportamenti poco corretti delle imprese e dalle diverse inchieste giudiziarie, tra cui anche Mafia Capitale.
L’argomento era stato già affrontato nel dibattito Sviluppo locale, legalità e cooperazione sociale che si è svolto il 17 settembre scorso alla Cascina Triulza di Milano, alla presenza del responsabile dell’ Anac (Authority anti-corruzione) Raffaele Cantone.
Il presidente di di Federsolidarietà Giuseppe Guerini aveva detto di apprezzare il lavoro svolto dall’Autorità sulle regole per gli affidamenti, perché tutelano per prima la cooperazione stessa.
Per il ripristino della legalità nella gestione degli appalti e nello sviluppo locale la cooperazione deve lavorare sulla governance favorendo il ricambio e la qualità della dirigenza.
Il ruolo di Legacoop Nazionale
Anche Legacoop Nazionale, che ha dovuto contrastare diversi episodi che si sono verificati al suo interno da parte di cooperative sociali locali, si sta impegnando molto per aiutare le sue consociate nel riposizionamento in tal senso.
Dopo essere stata riconosciuta come parte civile dal Tribunale di Roma, ha ricevuto il compito di salvare e riportare nel mercato alcune imprese confiscate alle mafie.
Anche per questo Legacoop ha deciso di sottoscrivere il “Protocollo d’intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati”, già firmato da altre realtà nazionali e locali.
Anche per la gestione dei beni sequestrati
Potendo così ribadire l’esperienza maturata da centinaia di cooperative che storicamente operano sui beni confiscati in tutta Italia e dalla scelta di aderire a Cooperare con Libera Terra.
Come spiega il presidente Mauro Lusetti, Legacoop è pronta ad aiutare a far ripartire nella legalità le imprese confiscate alle mafie e a diventare incubatore di nuove start-up cooperative aventi competenze manageriali specifiche per il riutilizzo dei beni, oltre che di workers buyout.
Inoltre, si impegna le imprese cooperative aderenti a supportare il consolidamento e lo sviluppo imprenditoriale delle cooperative sequestrate o confiscate, mettendo a disposizione know how e tutoraggio.
Grazie a questo Protocollo, vi sarà un nuovo strumento in più per combattere le false cooperative, salvaguardando in questo modo il futuro dei soci i cui amministratori hanno scavalcato la legge e tutti i valori della cooperazione.