Accesso ai farmaci, un diritto umano: progetto Salute-Aifa per migranti e soggetti fragili
Accesso ai farmaci come diritto umano: assicurare l’accesso alle cure farmacologiche per le fasce più deboli della popolazione, in particolare per i migranti va considerato come «diritto inalienabile della persona». E’ inoltre necessario estendere lo studio e la ricerca sugli effetti dei farmaci nelle popolazioni vulnerabili e con particolari bisogni (anziani, bambini e donne, ma anche persone immigrate) e creare una database funzionale; importante poi creare una sezione informativa sul sito dell’Aifa in italiano e in inglese. Sono le priorità del progetto «Accesso ai farmaci, un diritto umano» presentato da Aifa e dal Ministero della Salute. «Questa iniziativa dell’Aifa – ha detto alla stampa il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – riguarda un tema su cui il Ministero è particolarmente sensibile e attivo: l’assistenza ai migranti. La possibilità di avere a disposizione un database con una cartella clinica che accompagni la storia del migrante e possa essere veicolata su tutto il territorio europeo è un’ulteriore risorsa che il nostro Paese mette a servizio della salute pubblica, della solidarietà e della sicurezza».
Gli obiettivi dell’Aifa rispetto al progetto
Il presidente dell’Aifa ha detto: «L’Aifa ha avvertito il dovere etico e sociale – spiega il nuovo vertice dell’authority – di promuovere e proteggere, attraverso l’uso appropriato dei farmaci, la salute di malati vulnerabili, quali sono i migranti, gli emarginati e le fasce deboli della popolazione, e favorire una maggiore comprensione dei diritti e delle modalità di accesso alle cure da parte di questi pazienti. L’accesso alle cure è infatti un diritto dell’uomo, sancito dalla Costituzione e dai trattati internazionali, e l’Aifa con il sostegno del Ministero, non poteva sottrarsi alla responsabilità di porre un’attenzione speciale a una realtà fragile sempre più presente sul nostro territorio, quale quella dei migranti». Grande attenzione anche ai migranti. «Lo stato di salute dei migranti – spiega il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani – è pericolosamente esposto a fattori di rischio legati a condizioni di vita spesso precarie (ad esempio, i lunghi viaggi). In queste situazioni un uso consapevole dei farmaci è fondamentale». «Un ulteriore obiettivo – si legge in una nota del ministero – è la creazione di un network per lo scambio di informazioni che coinvolga, oltreché Aifa e Ministero, le principali istituzioni e organizzazioni attive nel campo dell’assistenza sanitario-farmacologica ai migranti, per rendere possibile l’acquisizione e l’analisi di dati da utilizzare in ambito regolatorio, ad esempio per il monitoraggio dell’appropriatezza delle prescrizioni e dell’aderenza alle terapie in questa categoria di pazienti». Secondo l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), che dal 2007 si occupa di assistenza sociosanitaria, mediazione transculturale, formazione e ricerca , dal 2007 al 2015 gli accessi all’ambulatorio romano dell’Inmp sono stati 311.000 circa, di cui 85.000 italiani (una presenza in crescita). Tra le patologie più frequenti tra i migranti prevalgono le malattie della pelle, degli organi di senso e le malattie infettive parassitarie.