Una ricerca inglese confermerebbe la crescente inefficacia nei bambini degli antibiotici con alcune infezioni.
“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, così recitava la canzone che Julie Andrews, nei panni della Mary Poppins del film Disney ambientato nella Londra dell’inizio dello scorso secolo, cantava ai bambini di cui era baby sitter per convincerli a prendere le medicine. Pillole che all’epoca non erano certo antibiotici, ovvero quegli stessi principi attivi che hanno rivoluzionato la farmacopea moderna e che oggi una ricerca che arriva proprio da Londra, precisamente dai ricercatori prestigioso Imperial College of London, sospetta di essere ormai inefficaci nei bambini.
La ricerca, condotta in collaborazione con l’Università di Bristol e pubblicata sul prestigioso British Medical Journal (BMJ), è basata sull’analisi di 77mila casi di infezioni infantili del tratto urinario documentate in 26 paesi descritte in ben 58 precedenti studi sullo stesso argomento. La ricerca dimostra che nei bambini, l’Escherichia Coli, batterio responsabile dell’80 per cento delle infezioni di questo tipo, è ormai resistente agli antibiotici. Le analisi documentano che questi ultimi, possano rimanere in circolazione nell’organismo oltre 6 mesi rendendo inutile ogni successivo trattamento.
Batteri resistenti agli antibiotici più comuni
“I bambini sono il gruppo d’età a cui vengono somministrati più antibiotici rispetto a qualsiasi altro – sottolinea la dottoressa Ceire Costelloe, statistica medica a capo del gruppo di ricerca – e questo è uno dei primi studi globali, mirato alla resistenza delle infezioni nel tratto urinario dei bambini. I nostri risultati suggeriscono che è alta prevalenza della E. Coli resistente agli antibiotici, in particolare nei bambini sotto i 5 anni. Questo indica che diversi antibiotici comunemente prescritti per questo tipo d’infezioni del tratto urinario – come l’ampicillina, il co-trimoxazolo ed il trimetroprim – possano presto non essere più indicati come prima opzione terapeutica”. In particolare, l’ampicillina, il più comune tra gli antibiotici utilizzati per combattere le infezioni da E. Coli nel tratto urinario dei bambini che risulterebbe essere quello con la minore efficacia terapeutica in base ai dati statistici.
“La prevalenza della resistenza agli antibiotici prescritti più comunemente, come prima opzione terapeutica per i bambini con infezioni da E. Coli del tratto urinario è alta, in particolare nei paesi che non fanno parte dell’Ocse [Ndr: Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico], dove una possibile spiegazione del fenomeno potrebbe essere la disponibilità di farmaci senza prescrizione”, aggiunge Ashley Bryce, Dottoranda di Ricerca in Assistenza Sanitaria Primaria all’Università di Bristol, e co-coordinatrice della ricerca.
“I risultati indicano anche l’uso precedente di un antibiotico aumenta il conseguente rischio di resistenza dell’infezione a quel particolare antibiotico fino a sei mesi dopo il trattamento”, spiega infine la Dottoressa Costelloe, che invita i decisori politici e sanitari a valutare con attenzione quali antibiotici prescrivere ai pazienti perché la presenza di ceppi batterici resistenti è in crescita in molte aree del globo e richiede “attenzione crescente per prevenire uno scenario in cui gli antibiotici non saranno più efficaci”.