Un ordigno rudimentale piazzato davanti alla chiesa di Fermo di cui è Parroco il presidente della Comunità di Capodarco
Essere sempre in prima fila per difendere i più deboli è rischioso. Ne ha avuto la conferma, una volta di più, Don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco. Una bomba rudimentale ha infatti gravemente danneggiato la facciata della chiesa di San Marco alle Paludi, a Fermo, di cui Don Vinicio è Parroco. È successo alle 3 di notte dello scorso 13 aprile. Non si tratta di un episodio isolato. Infatti è il terzo attentato dinamitardo contro luoghi religiosi che avviene nel termano. In questo caso, però, l’ordigno artigianale, un barattolo riempito di polvere pirica posto davanti all’ingresso della chiesa, sembra fosse molto più potente dei precedenti. L’esplosione è stata violentissima ed ha gravemente danneggiato il muro esterno, il portone e parte dell’ingresso. Gli inquirenti ritengono che gli attentati siano collegati tra loro ed abbiano come obiettivo la chiesa.
Don Vinicio: “andiamo avanti, con più determinazione di prima”
“Una chiesa attiva su tutti i fronti, contro il degrado del quartiere e per l’accoglienza dei migranti, probabilmente dà fastidio: quando uno dice ‘messa e rosari e basta’, non infastidisce nessuno. La mia vita è nelle mani di Dio, e io non mi faccio certo intimorire: andiamo avanti, con più determinazione di prima”, ha dichiarato Don Vinicio in un’intervista rilasciata a il Resto del Carlino. “Un avvertimento, un messaggio mafioso – aggiunge il sacerdote – da parte di chi gestisce lo spaccio di droga e la prostituzione nel quartiere di Lido Tre Archi; un gesto delinquenziale di bassa lega, o un attentato di natura anticlericale: di sicuro chi ha agito ci conosce bene. Sa che io non abito lì, e ha alzato il potenziale offensivo dell’ordigno, rispetto alle ‘bombe’ piazzate in precedenza davanti ad altre due canoniche”.