Un indice basato su leggi, politiche e tassazione ci dice dove in nell’Europa a 28 ci sono più (e meno) restrizioni per alcol, fumo, e-cigarette incluse, e cibo
Viviamo in uno stato proibizionista per alcol, fumo e cibo? A dircelo ci pensa il “Nanny State Index 2016“, una classifica degli stati dell’Unione Europea realizzata in base alle politiche e alle leggi nazionali, più o meno restrittive, in materia di tabacco, e-cigarette, alcol e cibo spazzatura.
La classifica del “proibizionismo” di stato, promossa da EPiCenter, European Policy Information Center, un’iniziativa di 6 centri di ricerca indipendente europei sul tema della società liberale, si ispira al “Nanny State“, un termine anglosassone utilizzato per evidenziare quando uno stato è così iperprotettivo nei confronti dei propri cittadini da interferire nelle loro scelte personali. La ricerca è stata realizzata in collaborazione con IEA, Institute of Economic Affair, un think tank di economia internazionale che ha base nel Regno Unito.
L’indice offre sia il dato aggregato, che quello disaggregato per tabacco, sigarette elettroniche, alcol e junk food, insieme ad una brevissima scheda di sintesi sulla situazione in termini di regolamentazioni e divieti per ciascuno dei 28 paesi presi in considerazione.
La Finlandia la più proibizionista, la Cechia la più liberale
Nella classifica dei Paesi più rigorosi nella difesa della salute dei propri cittadini spiccano ovviamente gli scandinavi, con la Finlandia in testa, seguita da Svezia e Regno Unito. La Germania e la Cechia, ultimi che chiudono la lista, sarebbero invece paesi dove è maggiore la libertà di scelta in questi ambiti. L’Italia, quattordicesima in classifica generale, risulta tra i paesi più liberali su questi temi. Per quanto riguarda i singoli temi, ovvero tabacco, e-cigarette, alcol e alimenti, i più proibizionisti sono, rispettivamente, Regno Unito, Belgio, Finlandia (dove la tassazione sull’alcool è altissima) ed Ungheria. Ultimi in classifica e più liberali, risultano essere Cechia e Regno unito, per tabacco e e-cigarette, e la Spagna per alcol e cibo. L’italia si trova sempre tra i Paesi più liberali su questi temi, anche se la scheda del nostro Paese ricorda come negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda il fumo, sono state introdotte leggi e norme più restrittive ed una tassazione punitiva sulle sigarette elettroniche. In base ai dati raccolti, però, sembrerebbe che politiche più restrittive non corrispondano ad una maggiore aspettativa di vita o nella riduzione del consumo di tabacco o di alcol nei Paesi che le attuano. Non è possibile, invece, affermare lo stesso per quanto riguarda le sigarette elettroniche e gli alimenti perché sono ancora pochi gli Stati che ne hanno regolamentato la vendita ed il consumo su larga scala.
La risposta scandinava al Nanny State Index
La risposta scandinava alla ricerca di EPiCENTER, non si è fatta però attendere. Lauri Beekmann, Segretario Generale del Nordan, il Nordic Alcohol and Drug Policy, un network di organizzazioni non governative scandinave impegnate nella lotta all’abuso di alcol e alle droghe, in comunicato ha duramente criticato la ricerca, evidenziando che se i consumi di alcol e tabacco non diminuiscono nei PAesi scandinavi, sono comunque molto più bassi di quelli della media dei paesi più “liberali”, e, soprattutto, non aumentano. “Il Nanny State Index potrebbe essere utile per le feste di addio al celibato alla ricerca di posti facili ed economici per divertirsi senza limiti”, obbietta l’attivista finlandese, ricordando come le leggi restrittive in tema di alcol siano fortemente sostenute dall’opinione pubblica scandinava e che funzionano, visto che nell’Indice della della Felicità Planetaria (Happy Planet Index, Hpi), che misura la felicità dei cittadini di ogni paese, i paesi della Scandinavia risultano al Top, mentre quelli liberali seguono a distanza.