Alta l’Italia nella classifica internazionale della competitività digitale
In base al report Wef (World Economic Forum) sono buoni risultati in termini di istruzione e capacità innovativa. Arriva invece uno stop sui fattori ambientali. Per quanto riguarda l’ICT il primato è invariato con Singapore, Finlandia e Svezia che erano già l’anno scorso e restano in testa alla classifica internazionale della competitività digitale del World Economic Forum: ma anche l’Italia ha un primato, ovvero quello di essere fra i paesi che hanno scalato più posizioni (10 in un anno) nella graduatoria ICT passando al 45° posto, dal 55° del 2015. I fattori che frenano lo sviluppo della digitalizzazione italiana sono relativi alla lentezza della giustizia e alla difficoltà di far rispettare i contratti, il punto a favore è la diffusione della rete Mobile (primi al mondo). In generale, l’Italia ha un livello di utilizzo di nuove tecnologie relativamente alto tra i privati (37° posto del mondo), mentre sia il mondo delle imprese sia la pubblica amministrazione sono più indietro. Il report del WEF segnala 7 paesi eccellenti per il livello di digitalizzazione, oltre ai tre già citati anche Norvegia, Stati Uniti, Olanda e Svizzera. La top ten si conclude con Gran Bretagna, Lussemburgo, Giappone.
Gli indicatori della ricerca del WEF
La ricerca prende in considerazione 53 indicatori, divisi in macroaree, così raggruppate: Ambiente economico: norme e regolamentazione, innovazione nel business; infrastrutture, accessibilità, competenze; utilizzo delle tecnologie: individuale, nel business, nella PA; impatto: economico, sociale. Per ognuno di questi indicatori, ci sono dei sotto-indici, a ognuno dei quali viene attribuito un punteggio. I punti di forza dell’Italia: la copertura Mobile (siamo al primo posto nel mondo, con la rete che raggiunge il 100% della popolazione), numero di abbonamenti Mobile (17esimi nel mondo) il livello di preparazione della popolazione adulta (17° posto nel mondo), indice di e-partecipation, al 19° posto nel mondo, servizi online di e-government, 23esimi nel mondo. Altri punti a favore: brevetti ICT, livello della formazione manageriale, copertura banda larga, istruzione matematica e scientifica, in genere tutti gli indicatori relativi al Mobile, utilizzo dei social network, capacità di innovazione nel business, forza lavoro ad alta intensità tecnologica.
Il punto sulla digitalizzazione in Italia
La classifica riguarda 139 paesi: in Italia siamo penultimi nel mondo per efficienza del sistema giudiziario nel risolvere le controversie, e 129° per capacità di affrontare normativamente le nuove sfide. Fra gli ultimi dieci anche in termini di numero di giorni necessari per far rispettare un contratto. Siamo oltre il 100° posto anche per disponibilità di venture capital, livello di tassazione sui profitti, rifornimenti pubblici di tecnologie avanzate, livello di digitalizzazione aziende, formazione on the job, strategia digitale del governo, efficienza e utilizzo pubblico dell’ICT. Digital economy: PMI in prima linea. La maggior parte dei sotto-indici negativi si concentrano della macro-area relativa all‘ambiente economico, in cui l’Italia è 85° nel mondo, scendendo al 96° se si considerano solo le attività relative a norme e regolamentazione. In tutti gli altri tre macro raggruppamenti sopra esposti (diffusione, utilizzo, impatto), l’Italia è fra i primi 50 paesi del mondo.
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