Un batterio presente nel naso umano produce una sostanza in grado di debellare un super batterio resistente agli antibiotici tradizionali
Superbatteri, forse la soluzione è a portata di mano, anzi di naso. Un batterio appena scoperto nelle narici degli essere umani potrebbe infatti essere la soluzione per sconfiggere la minaccia del temutissimo superbatterio MRSA, il ceppo di Stafilococco aureo resistente agli antibiotici. Il Methicillin Resistant Staphylcoccus Aureus, è una variazione del comune batterio Stafilococco aureus che ha sviluppato una resistenza al principio attivo antibiotico comunemente utilizzato per debellarlo, la meticillina. Il batterio “normale”, sensibile all’antibiotico, può essere all’origine d’infezioni in varie parti del corpo, a partire da quelle della pelle, con comparsa di piaghe e bolle, fino a quelle dell’apparato respiratorio, cardiocircolatorio e delle vie urinarie ed è spesso legato anche alla comparsa di infezioni in ferite e in cicatrici post-chirurgiche. La variante comparsa negli ultimi anni dimostra resistenza al principio attivo normalmente utilizzato ed è considerata una gravissima minaccia, tanto che qualcuno preconizza un’imminente apocalisse antibiotica caratterizzata dalla comparsa di ceppi di comuni agenti infettivi che non rispondono più agli alle sostanze antibiotiche tradizionalmente utilizzate per debellarli. Forse, però, grazie alla scoperta del microbiologo Adreas Peschel e dei suoi colleghi del dipartimento di biologia infettiva dell’università di Tubinga, in Germania, pubblicata sulla rivista Nature, l’apocalisse può essere sventata. I ricercatori guidati da Peshel erano impegnati a capire perché circa il 30 per cento degli essere umani ha lo Stafilococco aureus nel naso e il resto dell’umanità non lo ha. Si sono così casualmente imbattuti in un nuovo batterio, battezzato Stafilococco lugdunensis, presente nelle narici dove non è presente l’aureus e che sembrava produrre delle sostanze antibatteriche in grado di metterlo KO. Attraverso delle verifiche cliniche su 187 pazienti ospedalizzati, hanno poi in effetti constatato che solo nel 6 per cento dei casi l’aureus conviveva con il lugdunensis, mentre compariva nel 35 per cento dei casi ove il nuovo batterio era presente. Insomma l’arma contro il super batterio potrebbe venire da un altro batterio, grazie ad un nuovo antibiotico, già messo a punto e denominato, non a caso, “lugdunin” che nei test di laboratorio in vitro e sulle cavie ha dimostrato di essere in grado di sconfiggere il superbatterio MRSA, anche se è presto per dire se questa nuova sostanza possa essere utilizzata anche sull’uomo. Salva
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