Chiusa da oltre un anno perché finita nella palude di Mafia Capitale, la sala del Pigneto riapre grazie ad un accordo tra comune, municipio e Gruppo di lavoro
Una storia travagliata quella del Nuovo Cinema Aquila, la sala del popolare quartiere romano del Pigneto chiusa da oltre un anno perché finita tra le maglie delle inchieste di Mafia Capitale. Dopo essere stato confiscata alla criminalità organizzata, la gestione della sala cinematografica era sta affidata al Consorzio Sociale Il Solco, a sua volta coinvolto lo scorso anno nelle inchieste di Mafia capitale. Così la concessione viene sospesa ed il cinema, divenuto nel corso degli anni un punto di riferimento nel quartiere ed uno spazio importate della cultura del sociale a Roma, chiude i battenti. In attesa di una nuova assegnazione – il bando per l’assegnazione promosso della giunta Marino lo scorso anno ha avuto esito negativo – per restituire il cinema alla città e salvarlo dal degrado, Luca Bergamo, assessore capitolino alla Cultura, insieme ai rappresentanti del Dipartimento IV del Comune e del Municipio V e del Gruppo di lavoro “Riapriamo il Cinema Aquila“, che ha promosso da un anno a questa parte numerose iniziative per chiedere tornasse a vivere, si sono accordati per riaprire lo spazio, affidandone temporaneamente la gestione proprio al Municipio.
Il Nuovo Cinema Aquila, a partire dal prossimo settembre, potrà così essere utilizzato per finalità sociali e culturali autorizzate o patrocinate dal Municipio. Il Gruppo di Lavoro “Riapriamo il Nuovo Cinema Aquila”, in attesa della riapertura definitiva della sala, invita così “tutte le associazioni, le realtà sociali e i singoli cittadini interessati alla sua riapertura prendere parte a questo lavoro” con l’obiettivo di “attivare il cinema come luogo vivo di fruizione della cultura cinematografica e non solo, ma anche come luogo di sperimentazione che, coerentemente alla sua natura di bene confiscato alla criminalità organizzata, sia uno spazio di coesione sociale, inclusivo e a beneficio del territorio, slegato dalle dinamiche classiche di consumo Un cinema quindi al di là delle logiche commerciali, che oltre da una programmazione di qualità (dalle prime visioni alla cinematografia indipendente) sia caratterizzato anche da accessibilità, inclusività e dalla possibilità di sperimentare – con laboratori, spazi assembleari – le pratiche atte a favorire la costituzione di un tessuto sociale ricco e partecipato nel territorio e nella città”.