In aumento il morbillo in Italia
I vaccini in Italia e le bufale anti-vaccino. Nel 2016 l’Italia è prima in Europa per numero di casi di morbillo. Il cosiddetto vaccino trivalente è il più temuto dai genitori per la falsa correlazione con l’autismo. Ma come è possibile che un paese così avanzato come il nostro per i vaccini sia arrivato a questo risultato? Purtroppo, per la diffusione in rete di bufale di ogni tipo.
I vaccini sono tossici, fanno venire l’autismo e non servono a nulla perché le malattie sono già state sconfitte: sono queste le assurdità che girano nei forum di genitori o sui siti dei gruppi antivaccinisti. Informazioni che fanno leva su genitori confusi e disorientati che sempre più decidono di non vaccinare, tanto da indurre diverse regioni a introdurre l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione agli asili nido. In Rete si trova di tutto, dalla professione della libertà di vaccinare all’obiezione di coscienza. Basta digitare “danni vaccini” su Google per accorgersene.
Tentavi per arginare la disinformazione
Per arginare la disinformazione, gruppi di esperti e scienziati sono presenti online con siti di informazione. Team Vax Italia, ad esempio, ha diffuso anche la Carta italiana per la promozione delle vaccinazioni. Numerose pagine Facebook – da Io Vaccino a VaccinarSI – danno risposte accurate alle domande genitori preoccupati.
Per smontare i falsi miti sui vaccini in circolazione e informare i genitori spaventati, anche la Società italiana di pediatria (Sip) ha preparato un dettagliato decalogo antibufale. Per prima cosa, dicono, non è vero che le malattie infettive stavano già scomparendo prima dell’introduzione dei vaccini. La poliomelite è scomparsa solo dopo l’introduzione del vaccino anti-polio degli anni Sessanta. Due, i vaccini non contengono ingredienti e additivi pericolosi: possono causare reazioni allergiche in un caso ogni 2 milioni di somministrazioni. Tre, i vaccini non causano l’autismo, convinzione questa molto diffusa.
E ancora: non è vero che i vaccini sono inutili e che le malattie infettive sono state debellate dai miglioramenti della qualità della vita; non è vero che tutte le persone vaccinate contro l’influenza la prendono lo stesso; non è vero che la maggior parte delle malattie prevenibili con le vaccinazioni sono scomparse o quasi (l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che i vaccini prevengono più di 2,5 milioni di morti ogni anno); non è vero che troppi vaccini possono sopraffare e indebolire il sistema immunitario; non è vero che l’infezione naturale è meglio della vaccinazione e che prima del vaccino nessuno è mai morto per morbillo o rosolia: l’infezione naturale da morbillo provoca la morte in due su mille individui infettati, al contrario la vaccinazione può provocare come complicanza una grave reazione allergica solo in un caso su 1 milione di soggetti vaccinati; e, per ultima, non è vero che tanti vaccini somministrati in un’unica puntura sono dannosi: ogni bambino, spiegano i pediatri, avrebbe la capacità teorica di rispondere a circa 10mila vaccini contemporaneamente.
Intanto, i dati sono preoccupanti. Nell’ultimo anno, l’Italia è prima in Europa per numero di casi di morbillo. Da giugno 2015 a maggio 2016 i casi segnalati dal nostro Paese al sistema europeo di sorveglianza Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) sono stati 515. Dopo di noi, si piazzano Germania, Romania e Regno Unito. Anche se il tasso di incidenza più elevato appartiene alla Lituania (17,8 casi su un milione), seguita da Romania (12,2) e Italia (8,5).
Nei primi sei mesi del 2016, i casi di morbillo registrati in Italia dall’Istituto superiore di sanità sono stati 434, 57 dei quali nel mese di giugno. In oltre il 90% dei casi ad ammalarsi sono individui non vaccinati. Il problema è che in quasi la metà dei casi (47,5%) le persone infette sono state ricoverate, il 17,7% ha richiesto una visita al pronto soccorso. E 202 persone su 434 hanno riportato almeno una complicanza, tra cui stomatite, polmonite, epatite, otite insufficienza respiratoria o convulsioni. L’incidenza più alta dei casi si registra in Campania, seguita da Calabria ed Emilia Romagna. Oltre alle vaccinazioni obbligatorie (poliomelite, difterite, tetano ed epatite B), in Italia sono in calo anche le cosiddette vaccinazioni raccomandate, di cui quella contro il morbillo, parotite e rosolia fa parte insieme quella contro l’haemophilus influenzae, pneumococco e menginococco C, la meglio nota meningite che nel 2016 ha fatto registrare già cinque decessi in Lombardia (su 19 ammalati totali). Il tasso di copertura della vaccinazione per la meningite in Italia è del 74 per cento. Quello del morbillo dell’86,7%. Le coperture di tutte le vaccinazioni nel nostro Paese sono ormai sotto la cosiddetta “immunità di gregge”, che si realizza quando il 95% della popolazione è vaccinata. Non una cifra simbolica: i soggetti vaccinati riducono la circolazione di virus e batteri responsabili delle malattie e diminuiscono la possibilità che i non vaccinati, soprattutto i bambini più piccoli, possano ammalarsi.
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